Il momento di incertezza che oggi regna al Montecchi grava sull’umore nei reparti. Al personale medico e infermieristico dell'ospedale dispiace che si sia arrivati a questa situazione perché, a detta degli operatori stessi, «con il gruppo Kos si è lavorato bene». E c'è chi ha aggiunto: «Questo ospedale vent’anni fa avrebbe dovuto chiudere. Eravamo stati abbandonati dall’azienda Carlo Poma. Ritengo che questa società abbia salvato la struttura». Il ricorso al Consiglio di Stato del gruppo Kos ha rimesso tutto in discussione lasciando un clima di incertezza. La mossa era stata ipotizzata da Asst Mantova dopo che il Tar aveva respinto la richiesta di annullare il precedente provvedimento relativo al mancato rinnovo del contratto di gestione. La gara è stata, quindi, congelata e per il 21 settembre non ci saranno novità.
«E' chiaro che stiamo vivendo qualche disagio - dice un'infermiera - Ci sono problemi in reparti strategici perché alcuni macchinari non rispondono più alle attuali esigenze. Ho saputo che l'attuale gestore, prima della scadenza del contratto, aveva intenzione di cambiare la Tac e di acquistare una risonanza magnetica di ultima generazione. Ora, invece, non sapendo come la situazione evolverà si è bloccato tutto. Il fatto è che in caso di qualche guasto alcuni reparti potrebbero rimanere fermi qualche giorno in attesa della dovuta riparazione. Anche un banale guasto ad un lavandino, a volte, implica tempi un po' lunghi. E questo perché l'attuale gestore oggi cerca di fare solo lo stretto necessario». All’apertura della gara sono stati sei i gruppi sanitari interessati alla futura gestione del Montecchi e che hanno eseguito il sopralluogo in ospedale, condizione necessaria per partecipare al bando e fare l’offerta. La scadenza per la consegna delle buste è fissata al 21 settembre e il giorno dopo ci sarà l’apertura. Ma tutto questo è subordinato alla decisione del Tar di Brescia dal quale si attende il giudizio merito sollecitato ieri l’altro dall’ordinanza del Consiglio di Stato.
