Jakub Mensik è un tennista professionista e il primo settembre 2023 compirà 18 anni: data importante, regalo importante e infatti ha deciso di regalarsi qualche giorno in più a New York, anche se per motivi di ‘lavoro’. Per la precisione sarà a Flushing Meadows per disputare il terzo turno dello US Open, e ci sarà un bel po’ di gente a questo compleanno. Giocherà infatti contro l’idolo di casa Taylor Fritz che proverà a rovinargli la festa, e lo stadio sarà uno all’altezza. Tutto questo al suo primo torneo dello Slam
Mensik è il tennista più giovane a raggiungere il terzo turno dello US Open dai tempi di Fabrice Santoro (il mago francese, classe 1972), nell’edizione 1990. E’ partito dalle qualificazioni, eliminando nell’ordine Fognini, lo svizzero Riedi ed infine il connazionale Kolar. Poi nel main draw ha sconfitto due francesi, prima Barrere (numero 59) e poi Droguet (171, a Musetti fischieranno le orecchie). Con queste cinque vittorie è già sicuro di entrare nei primi 150 al mondo, e il suo 2023 era cominciato dalla posizione 413. In poche parole è il minorenne – ancora per poco – più forte a livello ATP, insieme al cinese Juncheng Shang (anche lui del 2005, anche lui già nei primi 150 al mondo, ma nato a febbraio). Lo stesso Shang è stato il primo 2005 a vincere un match a livello di tabellone principale Slam, quest’anno a Melbourne. Invece l’ultimo 18enne a vincere un match allo US Open era stato Borna Coric nel 2014.
Sembra abbia il vizio di bruciare le tappe, Jakub, e in effetti a 16 anni era già uno dei migliori junior del mondo; nel 2022 fece finale all’Australian Open, sconfitto dopo un match epico dell’americano Kuzuhara (classe 2004). “Non mi piace perdere. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare numero 1 ATP, ma so che il viaggio è difficile – aveva dichiarato dopo quella sconfitta. Un altro dei miei obiettivi è vincere uno Slam. Novak Djokovic è una grande ispirazione per me. Vorrei arrivare dov’è lui, è un obiettivo grande, ma non impossibile”. Intanto quest’anno ha già vinto il primo titolo Challenger della carriera, davanti al pubblico di casa sulla terra rossa di Praga.
Mensik, nato e cresciuto a Prostejov, sembra un ragazzino lucido e con le idee chiare. Dopo il match di secondo turno a New York con Droguet vinto 3-6, 6-2, 7-6, 6-3 ha ammesso di aver giocato male, “c’era vento, il buio, le luci artificiali, non erano condizioni facili, però ho cercato di restare calmo”. Il suo è un tennis potente: “Sono molto alto (191cm, ndr), servo bene, mi piace giocare in maniera aggressiva, cerco di verticalizzare il più possibile il gioco, vedo tanti miei coetanei che impostano le partite solo da fondocampo, ma io preferisco andare a prendermi il punto, solo così posso arrivare ai livelli più alti”.
Quindi come modello c’è Berdych? Jakub sorride: “Certo, Berdych e Stepanek sono due leggende, guardavo la Coppa Davis in tv insieme a mio padre, però…” Però?
Novak, però Novak. Sì perché se si parla di idoli, Mensik ha un solo nome del cuore, e la sua faccia cambia espressione. Dopo quella finale di Melbourne il suo team è stato contattato da Viktor Troicki, “Ti va di venire a Belgrado?”. E Mensik è andato ad allenarsi con Djokovic, un sogno. In questa conferenza stampa Mensik racconta dell’impatto che ha avuto il campione serbo sulla sua giovane carriera, sia con consigli di campo che con consigli di vita.
Dall’alimentazione allo stretching post allenamento: “E’ una persona gentilissima, ecco perché è il migliore”. Ma la sensazione è che molto presto Mensik uscirà dalla fase “tifoso” ed entrerà nella fase “voglio prendere il suo posto”, anche perché la personalità non gli manca, il tennis nemmeno, e onestamente se non ci fosse Alcaraz questi ragazzini verrebbero considerati dei veri e propri talenti precoci, perché erano davvero molti anni che non si vedevano giovani professionisti bruciare le tappe con questa rapidità.
Mensik dalla sua ha anche un’etica professionale e una concentrazione non da poco, ma il ‘segreto’ è presto detto: “Collaboro con un mental trainer da quattro anni. Il suo nome è Dragan Vujovic dalla Serbia. Quando ero più giovane ero molto esuberante in campo, e mostravo più energia negativa. Abbiamo iniziato a migliorare l’atteggiamento in campo ma non solo, anche fuori dal campo. Ora posso dire che la mia stabilità mentale è molto buona in questo tipo di partite e di tornei. Anche questo è molto importante per il mio gioco. Può sempre migliorare ovviamente, ma per ora penso che la mia forza mentale sia stata proprio la cosa decisiva nell’affrontare tutti questi ragazzi per la prima volta”.
Mensik dunque è un talento destinato a sbocciare presto e nel frattempo ci portiamo avanti con gli auguri: compleanno importante, regalo importante.
Jacopo Gadarco