PAVIA. Attilio Caja ha completato il suo personale giro d’Italia delle città di basket firmando per la Fortitudo Bologna. Il coach pavese, 700 panchine in serie A, ha iniziato da una decina di giorni la sua prima stagione a Basket city con l’ambizioso traguardo di riportare la squadra bolognese in A1. Nonostante l’impegno con la Fortitudo, Attilio non ha dimenticato la Pallacanestro Pavia, convinto che sia l’anno buono per il salto di categoria.
«Bologna è una piazza storica e la Fortitudo un palcoscenico importante – afferma Caja, 62 anni – è una società con una lunga tradizione che negli ultimi è stata sfortunata, viaggiando fra la serie A2 e la A1 e lo scorso anno era ancora in A2, una categoria che non merita, visto che ci sono sempre 4.000 spettatori. Quest’anno la campagna abbonamenti punta ad avere 4.000 tesserati, 700 in più del campionato scorso».
La grande novità in casa Fortitudo è la nuova società e il nuovo presidente, Stefano Tedeschi, ex presidente della Fip Emilia Romagna. È stato lui in primis a puntare su Caja per tentare il salto in A1.
«Quando me lo ha proposto ho accettato con entusiasmo – rivela il coach pavese – rappresenta una sfida importante e per me che vivo di queste cose rappresenta una magnifica opportunità. Bologna mi mancava e vivere questa battaglia in questa città è il massimo. E’ stato bello alla mia presentazione vedere che in prima fila c’era Marco Calamai. Per me è una sorta di quadratura del cerchio perché quando lui era stato presentato alla guida della Annabella Pavia io ero presente ed oggi lui è venuto alla mia a Bologna».
Il programma stilato dalla società bolognese è biennale. «Il presidente Tedeschi – aggiunge Caja – ha detto che entro il 2026 dobbiamo essere in A1, altrimenti qualcosa non è andato per il verso giusto. Vero che i cambiamenti vanno metabolizzati, ma non dobbiamo avere scuse, dobbiamo dare il massimo e durante la stagione verificare se e cosa ci serve per fare ulteriori passi avanti».
Attilio Caja non dimentica la Pallacanestro Pavia. «Parlando con Calamai – rivela il coach pavese – mi ha detto che Gianmarco Centinaio ha una sciarpa della Fortitudo Bologna, per sottolineare il filo che ci collega. Lui e Alberto Rai sono le figure più in vista della società pavese, senza dimenticare Nicola Ceriana e Marco Pignagnoli che danno una mano, oltre alla presenza di Gianni Perruchon. Devo dire che anche quest’anno hanno lavorato bene. Giocatori? Non ne conosco, ma dico a tutti di fidarsi delle scelte che sono state fatte, di stare vicino alla società che ha un progetto chiaro da seguire. Questo è l’anno uno di Pavia, sapendo le cose da fare ci si è mossi per tempo e si può avere la legittima ambizione di provare a giocarsela per salire di categoria. Sarebbe bello che qualcun altro si avvicinasse alla società per dare una mano a questi uomini che hanno dimostrato di essere competenti ed affidabili».
Maurizio Scorbati
