Partita complicata per la numero uno del mondo Iga Swiatek nel suo secondo turno allo US Open contro Daria Saville. L’australiana ha dato battaglia, difendendosi dalle accelerazioni di un’avversaria abbastanza fallosa per gli standard a cui è abituata. Swiatek riesce comunque a chiudere in due set 6-3 6-4 e, nella conferenza stampa dopo il match, si dice contenta di aver vinto nonostante la resistenza dell’avversaria e gli errori commessi. Nella stessa occasione, la numero uno del mondo, stuzzicata sull’argomento, commenta anche la rivalità tra Carlos Alcaraz e Novak Djokovic, che di seguire ed esserle molto di ispirazione.
Domanda. Dasha può essere un avversaria difficile, per il modo in cui rimanda di qua tutto. Sei riuscita a rimanere calma e oltrepassare il suo miglior tennis e a vincere ancora in due set. Parlaci di come hai superato il suo gioco imprevedibile.
Swiatek: “Non c’è molto altro che io possa dire. Di sicuro volevo mettere molta intensità in campo e per lo più avevo io il mano il gioco perché ero quella che attaccava. Ma sicuramente ho fatto alcuni errori, perché avevo bisogno di rischiare un po’ di più. Non è stato semplice. Lei stava usando gran parte della mia potenza per rimandare indietro quelle palle. Quindi sono felice alla fine di essere quella che ha vinto”.
D. Guardando avanti, dovrai giocare contro Kaja [Juvan, ndr] e ho saputo che avete cenato insieme in settimana. Sapevate di essere nella stessa parte di tabellone e quali sono i tuoi pensieri nell’affrontarla?
Swiatek: “Sì, è successo due giorni fa. Lo sapevo, ma è difficile prevedere che cosa sarebbe successo. Non ha grande importanza. Sappiamo come tenere le cose tranquille e abbiamo anche già giocato contro un paio di volte. L’ultima volta al Roland Garros 2021. Penso che entrambe sappiamo come tagliare fuori l’amicizia che abbiamo fuori dal campo e fare il nostro gioco e poi tornare ad essere amiche dopo. Alla fine non succederà niente di strano”.
D. Quanto tempo ti serve in generale negli Slam per iniziare a sentirti sicure e a trovare il tuo ritmo? È una cosa che senti dall’inizio o che arriva giorno per giorno, match dopo match?
Swiatek: “Mi sento sicura dall’inizio anche in tanti tornei e anche negli Slam. Non c’è nessuna regola o schema. Tutti i tornei sono totalmente diversi e ha difficoltà e ostacoli diversi. Alcune volte è più semplice. Dipende, non ci sono regole”.
D. Voglio chiederti delle emozioni nel tennis. Questo è uno degli sport dove le cose vengono a galla sul campo. Vediamo tante lacrime sia nei momenti buoni che in quelli negativi. Mi chiedo se potresti dire qualcosa su come sia stare in un ambiente come questo dove tutto può succedere di fronte a tante persone.
Swiatek: “Non è semplice. Penso che la peggior emozione che si possa sperimentare nello sport sia la vergogna quando giochi male e sai che ci sono tutte quelle persone a guardarti. Penso che questa sia veramente la cosa più difficile. L’ho provata un paio di volte nella mia carriera, non è stato semplice. Ci sono emozioni positive e negative. Solitamene è più difficile gestire quelle difficili. È parte del lavoro dover accettare di essere guardati e non dargli peso. Ma d’altra parte, [si deve, ndr] lavorare per essere in grado di controllare le proprie emozioni e che cosa si fa in campo. Io sto lavorando anche su quello e penso di aver fatto notevoli progressi rispetto a qualche anno fa. Non ricordo l’ultima volta che ho spaccato una racchetta o che ho avuto un’esplosione di emozioni. Ovviamente c’è qualcosa, perché sono emotiva e questo è un lavoro stressante con tanta tensione e adrenalina. Sono contenta di come sto gestendo la cosa”.
D. Che occasioni hai avuto quest’anno per vedere Carlos e Novak giocare uno contro l’altro? Quali sono le tue osservazioni sulla loro rivalità e su come stanno giocando quest’anno?
Swiatek: “Ho visto entrambe le partite. Non guardo molto, ma quelle partite le seguo dall’inizio alla fine. Sono state elettrizzanti e vedi proprio lo scontro tra due generazioni. Non lo so. Sono semplicemente così solidi e bravi. Non si regalano nessun punto. È straordinario come riescano a tenere l’intensità dall’inizio alla fine. Li guardo come una fan, perché so che con gran parte dello stress con cui giocano, io non sarei in grado di farlo (sorride). Posso imparare da come si comportano e da come mentalmente non mollino mai. Ci sono stati un mucchio di colpi incredibili, come a Cincinnati il match point salvato da Carlos. Io li guardo più come una fan, ma il modo in cui combattono fino alla fine e lo scontro tra i loro modi di giocare è fantastico”.
D. Cosa pensi che significhi in questo momento per lo sport?
Swiatek: “Non saprei. Io non penso molto alle rivalità degli altri giocatori. È un’ispirazione per me. Posso parlare dal mio punto di vista. Non so cosa significhi per l’intera società. Per me è un’ispirazione a lavorare di più e non mollare nei momenti importanti. Se loro possono gestirla mentalmente e fisicamente, allora anche io posso”.