[1] N. Djokovic b. B. Zapata Miralles 6-4 6-1 6-1
Un turno in più alle spalle e un game in più lasciato all’avversario. Dopo i cinque game concessi a Muller all’esordio (e al ritorno sull’Arthur Ashe dopo due anni), Novak Djokovic ne perde solo sei contro Zapata Miralles (6-4 6-1 6-1 il punteggio finale in due ore) al secondo turno e avanza senza aver bisogno di alzare eccessivamente i giri del motore che però continua a scaldarsi (in tutti i sensi visto che le temperature si sono alzate repentinamente nel corso della giornata a New York dopo uno scroscio di pioggia in mattinata) in vista di sfide più probanti. Nel frattempo, però, le teste di serie nella sua metà di tabellone continuano a cadere: dopo Aliassime, Rune e Musetti, la stessa sorte è toccata infatti anche a Tsitsipas. È arrivato al terzo turno battendo Gaston, invece, Laslo Djere, numero 32 del seeding, che sarà il prossimo avversario di Nole in un derby serbo già visto lo scorso anno a Belgrado, quando il 23 volte campione Slam ebbe la meglio pur non essendo al meglio della forma.
Nemmeno troppo sorprendentemente è Zapata Miralles a partire meglio. Lo spagnolo, numero 76 del mondo, sa che tenere subito alto il ritmo può dargli qualche frutto almeno in avvio e in effetti, dopo il game di servizio d’apertura tenuto a zero, si procura due palle break: Nole, però, ci mette poco a trovare le misure del campo con il dritto e mette in fila quattro punti consecutivi anche grazie alle difficoltà dell’avversario in risposta. Zapata corre tanto ma riesce a tenere il set in equilibrio solo fino al 2-2 quando deve inchinarsi prima a un lob e poi al ritmo infernale imposto da Djokovic che si prende così il break. Dopo questa accelerazione, il serbo non sembra avere in programma ulteriori cambi di passo e si limita quindi a controllare l’avversario, sfiorando comunque il doppio break e poi amministrando il vantaggio (nonostante una bassa percentuale di prime in campo) fino al 6-4 dopo 50 minuti di gioco.
Questa volta la situazione di equilibrio dura ancora meno: già sull’1-1 Nole trova il modo per comandare lo scambio in risposta. Secondo il punteggio segnato dal tabellone elettronico e seguito con troppa fiducia dalla giudice di sedia, il numero 1 del mondo (lo è virtualmente dopo aver superato il primo turno) brekka già a 15, ma in realtà il punteggio è ancora 30-40: tutti si rendono conto dell’errore, ma non è un problema per Djokovic che ottiene comunque il break grazie a un rovescio lungolinea dei suoi al termine dell’ennesimo scambio sfiancante per Zapata Miralles che fa da tergicristalli senza soluzione di continuità. Stanco e scoraggiato, lo spagnolo aumenta poi il numero dei gratuiti e così Nole, senza strafare ma comunque con ottima continuità, brekka ancora sia nel quinto che nel settimo gioco e chiude un set senza storia sul 6-1.
Dopo aver ripreso fiato a fine secondo parziale, Zapata prova a concentrare nuovamente tutte le sue energie in avvio di terzo: lo spagnolo è un lottatore e non vuole abbandonare l’Arthur Ashe senza battersi. Grazie a grandi rincorse arrivano così palle break in suo favore sia nel game di apertura che nel successivo turno di battuta di Djokovic, autore di qualche sbavatura con il rovescio e al volo (e anche di una brutta scivolata per fortuna senza conseguenze). Sulle opportunità di break, però, o sbaglia Zapata, costretto a giocare dritti quasi impossibili all’altezza del corridoio, oppure Nole sale in cattedra trovando vincenti che spiazzano del tutto l’avversario. Superata questa fase più combattuta, al serbo basta qualche gratuito del numero 76 del mondo per porre le basi per una nuova fuga. Il primo break arriva quindi nel quarto gioco e poi, a suon di vincenti, Djokovic allarga ulteriormente il gap pochi minuti dopo. Sul 5-1, il numero 2 del tabellone serve per il match. E’ una formalità: dopo due ore precise, Novak archivia il secondo turno e procede nel suo cammino a New York.