VIGEVANO. Dopo mesi e mesi di controversie alcuni residenti delle vie del Popolo e Roncalli hanno deciso di affidarsi a un avvocato e di ricorrere contro le conseguenze della malavovida, sull’esempio del comitati di Pavia contro la malamovida. Sono sette tra proprietari di case e affittuari le persone che si sono rivolte all’avvocata vigevanese Debora Rinaudo per chiedere la cessazione immediata «delle molestie legate alla “malamovida” che da mesi imperversa in via del Popolo e via Roncalli con la conseguente richiesta per il risarcimento del danno arrecato ai residenti».
Alla fine a nulla sono valse le promesse del Comune di maggior interventi e di attenzione particolare alla zona, comprensive dell’entrata in servizio di alcuni steward come ulteriori osservatori.
Ieri mattina il legale ha presentato un invito alla negoziazione in Comune, chiedendo di porre fine ai continui disagi. «Il Municipio può decidere di risolvere la situazione senza andare in causa», commenta Debora Rinaudo. Il Comune viene considerato responsabile perché proprietario delle strade dove avvengono i fenomeni di disturbo che da mesi vengono segnalati dai residenti e ha l’obbligo di attivarsi tramite le forze dell’ordine; dopo di che esiste la questione risarcitoria, se si arriverà alla causa civile.
Urla, risse, strade ridotte a latrine sono le manifestazioni della cosiddetta “malamovida”. La chiusura delle scuole, poi, estende un problema che normalmente sarebbe “solo” del fine settimana a quasi tutti i giorni. Sinora le amministrazioni comunali sono apparse ovunque in difficoltà: una su tutte quella di Brescia, che ha avuto torto anche nel ricorso in Cassazione, determinando un possibile precedente per le altre.
«Ci ritroviamo a dover subire da mesi urla e schiamazzi che si protraggono ogni week end fino alle 4 del mattino, a corollario di risse e episodi di spaccio di stupefacenti. Ad essi si aggiungono i mozziconi, i fazzoletti usati, le bottiglie e i bicchieri abbandonati per strada e sui davanzali delle finestre, e il fatto che le strade limitrofe sono utilizzate come latrine per tutta la notte, con i problemi di igiene che inevitabilmente ne conseguono – scrivono i residenti coinvolti nell’azione legale –. Lo scorso maggio abbiamo incontrato il comandante Giuseppe Calcaterra, l’assessore Nicola Scardillo e il sindaco Andrea Ceffa per mostrare loro i video a riprova di quanto affermato, ma l’unica cosa che abbiamo ottenuto è stato, dopo tre mesi di insistenza, l’arrivo di qualche steward fino alle 2 di notte come deterrente. Gli steward non hanno sortito nessun effetto rilevante per il nostro riposo, la nostra salute e la nostra sicurezza. Comprendiamo le ragioni degli esercenti che vogliono lavorare e degli avventori che si vogliono divertire, ma chiediamo che si tenga conto anche delle esigenze di chi vuole riposare». Oliviero Dellerba
