UDINE. Fine luglio, mercato Apu ormai chiuso. È il momento giusto per analizzare il roster insieme al direttore sportivo Andrea Gracis, alla sua prima stagione dietro alla scrivania a Udine.
Gracis, la squadra è fatta. È soddisfatto o nutre qualche rimpianto?
«Nessun rimpianto. Ho condiviso questo percorso con Vertemati e siamo soddisfatti di aver costruito una squadra che risponde ai nostri desideri. Io e il coach non ci conoscevamo, ma abbiamo trovato subito feeling sui valori che volevamo portassero i giocatori. Il team è fatto sulla carta, ora la parola passa al campo».
Avete tenuto da parte un visto, è una scelta ben precisa?
«È venuta e si accoppia al fatto che abbiamo preso il lungo che volevamo. Meglio avere un visto in tasca, ma solo in caso di necessità: definiamola una sorta di assicurazione se ci dovessero essere delle difficoltà o se malauguratamente dovessimo incappare in qualche brutto infortunio. Noi però speriamo di non dover cambiare nessuno».
Monaldi-Caroti è una delle migliori coppie di play del campionato. Concorda?
«Non ho potuto ancora valutare il mercato degli altri. Io sono molto contento dei due play che abbiamo. Hanno caratteristiche diverse e coprono il ruolo in modo eccellente. Sì, è proprio una bella coppia».
Nel ruolo di guardia avete abbinato l’esperienza di Clark alla freschezza di Arletti.
«Clark è un giocatore di grande affidabilità, fa sempre la cosa giusta per la squadra. Arletti è da scoprire per tutti, servirà pazienza. Per lui sarà la prima esperienza in A2, ha grandi potenzialità. Avere davanti un giocatore esperto lo aiuterà a migliorare giorno dopo giorno, l’obiettivo è che cresca inserendosi nel team».
In ala piccola Alibegovic non ha bisogno di presentazioni. Ikangi invece è stato il primo innesto, ma non è un nome che scalda il cuore dei tifosi.
«Una delle caratteristiche del roster è la versatilità. Abbiamo almeno 4-5 giocatori che possono ricoprire due ruoli. Iris può fare il 3 o il 4, sa stare in una squadra importante e ha qualità di difensore. L’importante è che a scaldare il cuore sia la squadra, composta da gente che lotta e non molla mai. Ikangi, per questa idea di gruppo, è una pedina importante».
Continuiamo il gioco delle coppie con Gaspardo-Da Ros.
«L’idea di Vertemati è di far giocare Gaspardo da 4, togliendolo dalle ambiguità. Deve ritrovare se stesso nel ruolo che gli è più congeniale in un torneo come quello di A2. Me lo immagino molto motivato, vorrà far vedere a tutti il vero Gaspardo. Sono davvero fiducioso, metterà al servizio della squadra atletismo e doti realizzative. Da Ros è un altro giocatore con doppia dimensione, può fare il 4 o il 5, è un ottimo passatore e sarà quasi come un secondo play. È importante avere conoscenza del gioco fra i lunghi».
Infine i due centri, Delia e Vedovato. Come li descrive?
«Delia è un giocatore molto tecnico, come Da Ros sa giocare per la squadra, passare la palla e migliorare i compagni. Anche lui è molto motivato di venire a Udine e questa è una cosa fondamentale: tutti i ragazzi ci chiedevano che team stavamo allestendo, non cercavano rassicurazioni personali sul minutaggio come accade di solito. Vedovato, invece, è un giocatore molto solido, lo ritrovo dopo che si è fatto le ossa a San Vendemiano, dov’è stato costante e affidabile per punti e rimbalzi. Ha una struttura fisica importante, saprà dare il suo contributo ed è nel pieno della maturità».
La parola chiave di questo roster può essere “equilibrio”?
«Come primo impatto sì, poi il campo dovrà darne altre: solidità e capacità di trasformarsi in base all’avversario».
È un’Apu rinnovata per 8/10, quanto tempo servirà a Vertemati per modellarla?
«Non quantifico, lo scopriremo un po’ per volta. È chiaro che ci vorrà tempo, ma il fatto che alcuni giocatori sono già stati con il coach o sono già stati compagni di squadra aiuterà ad accelerare il processo. L’importante è che sia continuo e che si chiuda in crescendo».
Capitolo under: li state cercando o darete fiducia a ragazzi delle giovanili Apu?
«Andiamo con i nostri, Vertemati ha già individuato i ragazzi da aggregare alla prima squadra, in particolare per il ritiro».
Varnado alla fine ha rinnovato con Pistoia, ma per settimane è stato accostato a voi. Com’è nata questa fake news?
«Sarebbe bello capire la genesi di questa voce, perché non ho mai parlato con il suo agente e nel ruolo eravamo già coperti. Forse è per la qualità elevata del giocatore o perché qualcuno lo voleva a Udine».