Dopo un paio di settimane di allenamento e il primo test di sabato contro l’Atletico Castegnato, si possono già individuare alcuni concetti sui quali mister Davide Possanzini sta insistendo per dare un’identità al suo Mantova. Concetti che evolveranno ovviamente nel tempo, adattandosi anche alle caratteristiche dei biancorossi (e talvolta magari anche degli avversari) ma che già lasciano immaginare una squadra con predilezione per la costruzione dal basso, votata al dominio del palleggio e alla ricerca di rapide combinazioni in attacco. Il tutto con doverosa attenzione anche alla fase difensiva, vero tallone d’Achille dell’Acm che retrocesse la scorsa stagione.
Soffermandoci proprio su questo versante, va sottolineata una prima differenza che salta all’occhio fra il Mantova dell’estate 2022 e quello visto nella prima amichevole a Veronello due giorni fa. Nella fase di costruzione, infatti, uno solo dei due terzini si alza molto, mentre l’altro resta abbastanza bloccato per dare eventualmente aiuto ai due centrali, ai quali tocca insieme al regista la prima fase di avvio dell’azione. L’anno scorso, soprattutto all’inizio, entrambi i terzini avanzavano molto e ciò creava seri problemi poi in caso di perdita della palla.
A tal proposito va detto che Possanzini già nella prima uscita ha continuamente richiamato i difensori ad attuare - mentre la squadra giocava il pallone - le marcature preventive sugli attaccanti avversari (tallonarli anche a palla lontana e in possesso dell’Acm). Un accorgimento assolutamente necessario per un team che, puntando tanto sul palleggio, può talvolta incappare nell’errore e beccare ripartenze letali.
Su questo punto c’è da aggiungere che il mister ha ripetutamente spronato i suoi a giocare in serenità e con coraggio («la giocata era giusta, l’errore non importa» ha detto a più riprese), ma li ha anche spesso invitati a non forzare i passaggi e a insistere con pazienza nel palleggio. Che spesso e volentieri ha la finalità di utilizzare con giocate “a muro” il calciatore più avanzato per poi permettere a quello che ha la visuale del campo libera e guarda la porta avversaria di servire in corridoio il cosiddetto “terzo uomo” che si inserisce con i tempi giusti.
Talvolta queste giocate sono riuscite bene e i tifosi hanno applaudito con convinzione. Ovviamente l’obiettivo è di perfezionare e mandare a memoria questo tipo di manovra. Che non resta l’unica arma a disposizione, dato che la squadra - pur con parsimonia - può giovarsi anche di lanci e cambi campo grazie alla qualità del regista Burrai e anche del suo compagno Muroni. E ovviamente anche delle giocate dei singoli, come le accelerazioni mostrate da Fiori e Mensah o i dribbling di Galuppini e Monachello.
In generale, l’impostazione della manovra è affidata ai due centrali difensivi e al regista (spesso affiancato da Muroni), con uno dei due terzini che si alza molto mentre l’ala sulla sua stessa fascia entra nel campo a giocare. L’altra mezzala del 4-3-3 si alza a sua volta quasi in posizione da trequartista, offrendo soluzioni ai compagni che possono trovare sulla linea più avanzata anche l’ala del fronte opposto e ovviamente il centravanti.
Insomma, il cantiere tattico è aperto e a questo serve il calcio d’agosto (o di fine luglio). Ma la solidità della nuova casa biancorossa si potrà verificare soltanto in campionato.