Migranti a lezione di diritti grazie al progetto “Multitasking 2.0-Multiagenzia e task force contro le ingiustizie dello sfruttamento lavorativo” presentato da prefettura di Mantova e associazione Lule odv e finanziato dal ministero dell’interno nell’ambito del Fondo Ue Asilo migrazione integrazione (Fami). Si concluderà nei prossimi giorni la serie di appuntamenti partiti a metà giugno a cui hanno partecipato, suddivisi per lingua e nazionalità di provenienza, centocinquanta migranti ospiti dei centri di accoglienza nel Mantovano.
Otto incontri ospitati all’interno della sede della Provincia di via Principe Amedeo, che ha messo a disposizione i propri spazi per contribuire a far sentire i migranti partecipi delle istituzioni. La formazione mette al centro il sistema lavorativo italiano, con l’obiettivo di far conoscere i diritti ed evitare di cadere vittima di fenomeni di caporalato e sfruttamento del lavoro.
I partecipanti sono giovani uomini e donne arrivati da poco in Italia e ospitati nel sistema di accoglienza. Una fase particolarmente delicata, la loro, che si colloca proprio all’inizio della nuova vita in Italia e al primo approccio nella ricerca di un lavoro, un momento durante il quale è più facile ritrovarsi vittima inconsapevole di sfruttamento. Tra le situazioni di illegalità riscontrate più spesso dagli operatori dell’associazione Lule durante la loro attività sul campo ci sono l’indicazione in busta paga di un numero di ore inferiore a quelle effettivamente lavorate, il mancato rispetto di pause e riposi, gli alloggi non adeguati, il rifiuto da parte del datore di lavoro di fornire scarpe antinfortunistiche, caschetti e altri dispositivi per svolgere il lavoro in sicurezza. «Spieghiamo loro come affrontare la vita e il rapporto di lavoro nel nostro paese. Molti non sanno cosa sia una busta paga e non hanno consapevolezza dei loro diritti, come quello di essere pagati durante il periodo di prova o di ricevere, se necessario, assistenza legale gratuita. Ma anche sui doveri hanno bisogno di chiarimenti: uno dei punti più importanti, ad esempio, è il divieto di restare nel sistema di accoglienza se si guadagna oltre l’importo annuo dell’assegno sociale euro» spiega l’avvocato Tommaso Scudella, che ha condotto gli incontri di formazione per i migranti insieme agli operatori dell’associazione Lule, al sindacalista Fai Cisl Asse del Po Ciro Di Lena e alla direttrice di Cimi-ebam (ente bilaterale agricolo mantovano) Alice Arioli. Impegnati nel progetto anche mediatori culturali selezionati a seconda delle varie zone di provenienza dei migranti, dal Pakistan al Senegal, dalla Costa d’Avorio all’Egitto al Bangladesh.
Gli incontri di formazione ai migranti sono una delle iniziative contenute nel progetto Multitasking 2.0 che vedrà prefettura e associazione Lule impegnate per tutto il 2023 in un programma di azioni mirate a prevenire e combattere lo sfruttamento del lavoro sul territorio della provincia di Mantova. Già partiti anche gli incontri con gli operatori pubblici e del privato sociale. Quello di prefettura e Lule è un progetto d’avanguardia che dà continuità a quello del 2022, sempre finanziato dal Fami, che era incentrato sulla mappatura nel territorio del fenomeno dello sfruttamento del lavoro e sulla sensibilizzazione di lavoratori e aziende.
