TRIESTE No, non si correrà certo il pericolo di avere una Pallacanestro Trieste timida dalla linea dei tre punti. Il general manager Michael Arcieri l’aveva anticipato durante la presentazione della campagna abbonamenti: «Cerchiamo giocatori in grado di essere pericolosi da tre punti». E la squadra che sta nascendo risponde essenzialmente a due criteri: disporre di pericolosità perimetrale ed essere “allenabile”. Una condizione, quest’ultima, essenziale per una formazione che si affida a un coach come Jamion Christian alla prima esperienza fuori dagli Stati Uniti e con giocatori navigati e non i ragazzi delle Università.
Al mosaico italiano manca ancora un tassello e tutti sperano possa esserlo Michele Ruzzier. Lo vuole la società, lo vogliono i compagni di squadra. Con Vildera, Bossi, Deangeli e Campogrande ha condiviso l’ultima stagione in serie A, conosce bene Candussi compagno di sessioni di allenamenti estive, era un ragazzo quando Filloy ha disputato il suo unico campionato triestino mentre con Ferrero capitano ha giocato a Varese. Con “Ruz” Trieste rafforzerebbe la propria identità consolidando i due comandamenti descritti in apertura. Milano sembra chiudere lo spiraglio firmando Flaccadori, resterebbe l’alternativa dell’estero.
TIRO DA TRE PUNTI In sostanza l’idea è di proporre sempre un quintetto con almeno quattro pedine in grado di incidere dai 6,75 m. Eli Brooks non è una combo guard da grandi bottini ma da tre la mette, dovrà dimostrare di saperci fare anche lo straniero rimanente che sarà un’ala. Altri specialisti ci sono già. Campogrande è reduce da un’annata non esaltante ma, se messo in condizione di colpire, la bomba la mette, Candussi ricorda Lever per familiarità con le triple, Bossi non si tira indietro, Ferrero negli ultimi cinque campionati per tre volte si è tenuto attorno al 40%, Filloy infine è uomo da triple pesanti e ignoranti, quelle che all’ultimo secondo ti fanno vincere le partite. Deangeli e Vildera, beh, sanno fare altro...
IL GRUPPO La Pallacanestro Trieste ha un potenziale vantaggio nei confronti delle altre concorrenti, Udine e Verona in primis. Il gruppo. Lo ha ben spiegato Luca Campogrande, commentando la sua riconferma. Il nucleo consolidato finora dal gm Arcieri è, come penserà Christian, “coachable”. Il nuovo allenatore si troverà a disposizione una squadra composta da persone che in buona parte hanno già giocato insieme: per metà sono reduci dall’ultimo campionato, Candussi e Filloy sono due ex (e “Candu” anche se nato in Friuli capisce e parla il dialetto triestino), l’unico “forestiero” è Giancarlo Ferrero che ha però il merito di essere considerato uno dei migliori uomini-spogliatoio del basket italiano. In sostanza, il nuovo allenatore troverà le condizioni migliori per acclimatarsi nel contesto triestino. Non dovrà preoccuparsi di costruire uno spogliatoio perchè esiste già. Con Eli Brooks ha già parlato in queste settimane e da quanto è emerso sul conto del giocatore pare scongiurato il rischio che arrivi un soggetto difficile da gestire. Anzi, era adorato dai propri coach. Con i tipi problematici abbiamo già dato, grazie. —