Il nuovo corso del Mantova comincia oggi. Alle 14 è infatti in programma a Verona l’assemblea della società che deve prendere atto delle dimissioni del consigliere delegato Maurizio Setti e del vicepresidente Gianluca Garzon e nominare il nuovo organo amministrativo. A seguire ci sarà la formalizzazione dal notaio della cessione delle quote da Setti al presidente Filippo Piccoli, che così avrà nelle mani il 93% della società. Numeri ufficiali non ce ne sono, ma pare che al nuovo numero uno di Viale Te questa operazione costerà ben più di un milione di euro e che l’acquisire l’intera proprietà del Mantova (l’anno scorso aveva comprato il primo 46,5%) abbia comportato l’esborso di una cifra fra i 2 e i 2,5 milioni.
Sarà lo stesso Piccoli comunque, in giornata, a spiegare l’operazione e i nuovi orizzonti della società che avrà un uomo solo al comando, anche se non è ancora chiaro se il cda sarà ricomposto con uomini di fiducia del presidente o se si cambierà formula passando a quella dell’amministratore unico, che nelle Srl è ugualmente prevista.
Da verificare sarà anche la permanenza del Mantova degli altri soci che detengono il 7% del club. Si tratta di Gianluca Pecchini, che ha una quota appena sotto il 5%, l’ex presidente Ettore Masiello che ne ha una quasi pari al 2% e dei cinque vecchi soci che all’arrivo di Setti erano rimasti comunque nel club con quote simboliche: Antonio Ferrari, Paolo Colombo, Enrico Aitini, Massimo Randon e Paolo Paterlini.
Tutti questi soci sono stati convocati all’assemblea odierna, anche se è immaginabile che parteciperanno soltanto i più rappresentativi.
Di certo usciranno di scena l’ex vicepresidente Garzon (che non è socio ma ha apportato importanti sponsorizzazioni negli ultimi anni) e soprattutto Maurizio Setti, che ha guidato negli ultimi cinque anni del club biancorosso. Il suo progetto di multiproprietà non ha avuto, sul piano sportivo, gli stessi ottimi risultati che hanno portato le esperienze di Lotito e De Laurentiis rispettivamente a Salerno e a Bari.
E nell’ultima fase (diciamo le ultime due stagioni) ha condotto Setti a uno scontro con la piazza, che l’ha duramente contestato e ha lanciato chiari segnali di disinnamoramento, facendo registrare la scorsa estate il record negativo di abbonati con appena 604 tessere sottoscritte.
A Setti va comunque riconosciuto il merito di una gestione economicamente inappuntabile, che ha permesso dopo anni di tribolazioni e cambi di società di parlare per molte estati soltanto di calcio e non di cordate o bonifici che non arrivano. E a questo si aggiunge anche il merito di aver trovato un successore ambizioso come Filippo Piccoli.