“Stop alle clientele nei consorzi di bonifica o mi dimetto“. Ha messo la fiducia sul riordino dei consorzi di bonifica il governatore della Calabria di centrodestra, Roberto Occhiuto. Servono i due terzi dei voti (21 sul totale dei 31) altrimenti si va tutti a casa. L’appuntamento è per giovedì 3 agosto in consiglio regionale. O passa la fiducia o si scioglie il consiglio. Anzi, Occhiuto si dimette prima. Compatto tutto il centrodestra, adesioni anche dal gruppo misto, mentre da PD e Cinquestelle arrivano critiche sul metodo e l’imbarazzo evidente di trovarsi dinanzi a una scelta che mette a nudo chi difende ancora vecchi privilegi.
La riforma di Occhiuto prevede la razionalizzazione dei consorzi in un solo ente. Questo consentirebbe di pagare gli stipendi arretrati a centinaia di dipendenti e porre fine a un’organizzazione clientelare nata negli anni ottanta e proliferata intorno ad assunzioni indiscriminate, sprechi inenarrabili, decine di milioni di euro buttati solo negli ultimi dieci anni. Una riserva di clientela specchio fedele del sud piagnone e sprecone. Dirigenti con stipendi da favola e dipendenti a cui non venivano nemmeno pagati i contributi. Un quadro desolante, che oggi il centrodestra vuole spezzare per sempre .
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Eletto con una maggioranza plebiscitaria nell’ottobre del 2021, Roberto Occhiuto aveva lasciato il posto di capogruppo alla Camera e un sicuro futuro nel governo nazionale per dedicarsi alla sua Calabria. In quasi due anni ha affrontato a muso duro le grandi emergenze della regione, dalla sanità al mare sporco. Una missione che ancora è a metà strada.
Sentito dal Secolo ha confermato di essere pronto a dimettersi. Una sfida alla sinistra sulla strada del contrasto al vecchio modello del mezzogiorno improduttivo. I consorzi di bonifica erano nati per assicurare l’acqua agli agricoltori. Oggi fanno acqua, tra debiti mostruosi e padrinaggi politici. In alcune aree del reggino erano in mano alla ndrangheta. Occhiuto fa sul serio e il centrodestra lo segue. Giovedì la sentenza.
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