foto da Quotidiani locali
Ferie lunghe? Macché. Nonostante il rallentamento dell’economia mondiale, e la recessione in Germania – che preoccupa la manifattura trevigiana, tedesco-dipendente – le aziende della Marca chiudono, per la maggior parte, solo nelle due settimane a cavallo di Ferragosto; una parte solo una settimana, alcune restano aperte, con i lavoratori in vacanza a rotazione. «L’incertezza, in maturazione già nei primi mesi dell’anno, purtroppo si sta consolidando. E i nostri lavoratori – afferma Mauro Visentin, segretario della Cgil – vanno a riposo con la preoccupazione sia del rallentamento dei mercati internazionali, sia dei salari sempre più inconsistenti, che non permettono ai consumi interni di rilanciarsi».
Il colosso dell’occhialeria, la Luxottica di Pederobba, reduce perfino da ricorsi settimanali allo straordinario, può permettersi tre settimane di ferie, tutte di seguito, a partire da oggi. Anche alla Plastal di Oderzo, settore meccanica, da oggi l’attività è sospesa, fino al 4 agosto. Parte dei dipendenti è già stata a casa. L’altra metà interromperà il lavoro dal 7 agosto all’11. Lo stabilimento rimarrà chiuso solo per il ponte dell’Assunta, il giorno 14. E lo stesso ponte introdurrà due settimane di ferie anche alla Modular (la terza secondo le esigenze individuali). «Come da tradizione, alla De Longhi di Mignagola si lavora – fanno sapere dalle rsu – perché siamo rimasti a casa dal 3 al 17 luglio. Chiuderemo di nuovo al 14 e rientreremo il 22». Il “gigante del freddo”, Electrolux, ha scaglionato la vacanza in due turni da due settimane l’uno; la fabbrica avrà inoltre i cancelli chiusi dal 14 al 22. Il mercato dei frigo sta frenando, però Susegana non ha bisogno, al momento, di ulteriore cassa integrazione. A causa del maltempo, la Zoppas (Irca) ha dovuto ricorrere alla cig per ripristinare la sicurezza degli impianti; sarà rispettato, in ogni caso, il calendario delle ferie, due settimane dal 14 agosto a fine mese. Ma non è escluso che ai volontari sia data la possibilità di lavora nell’ultima settimana del mese.
Ci sono realtà produttive che non possono mai smettere, qual è il grissinificio Roberto di Susegana. Due, comunque, le settimane di riposo, a rotazione, da giugno a settembre, con i somministrati che sostituiscono il personale a casa; l’azienda lavora sia su due che su tre turni. Il biscottificio Doria di Orsago, che fa capo alla Bauli, invece, chiuderà i battenti nella seconda quindicina del mese; lavoreranno soltanto i manutentori.
Dall’altra parte della provincia, la Stiga ha fatto già riposare i suoi. La Mitsubishi di Mignagola ancora no. Il gruppo è in espansione, sta acquisendo parte della triestina Wartsila; abbiamo contrattato un premio da 2.800 euro – ricorda Giuseppe Bragagnolo della Uilm – e questi significa che attraversa un periodo d’oro. Nel settore metalmeccanico non mancano non mancano industrie che, invece, hanno fatto ricorso alla cassa integrazione, ma – puntualizza Bragagnolo – senza utilizzarla. Alla Biemmereti di Pieve di Soligo, invece, la cassa partirà da oggi, per una settimana; poi le ferie sino a fine mese.
Gianni Boato della Femca Cisl precisa che, invece, nei comparti dell’abbigliamento e della gomma plastica non è stata avvertita la necessità dell’ammortizzatore sociale. «Anzi – fa sapere – la situazione è tale che si tende a chiudere una sola settimana a Ferragosto, come alla Benetton e alla Lotto, per consentire di completare le ferie in due settimane a rotazione».
Marco Potente è il segretario interprovinciale della Filca Cisl. Conferma che l’edilizia avrebbe diritto a quattro settimane di ferie durante l’anno, ma che in agosto la maggior parte delle imprese non ne concederanno neppure due. I mobilifici, invece, allungheranno alla terza settimana consecutiva. «In questo caso – spiega – a motivo della grande distribuzione di mobili che sta segnando il passo». Sia per un settore che per l’altro si attendono, a settembre, specifiche misure governative di sostegno.
«L’incertezza è evidente, però – ammonisce Visentin – non diventi un pretesto, da parte degli industriali, per intaccare i diritti dei lavoratori, non rispettare i contratti e non scucire di tasca qualche integrazione salariale, ricavandola dai maggiori utili conclusi appena un anno fa». Secondo il segretario della Camera del lavoro, si tratta di una tendenza che si fa oramai orientamento.