Sempre più bellunesi decisi a cedere il proprio cane, non più gestibile all’interno del ménage familiare. L’allerta arriva direttamente dalla presidente dell’associazione Apaca, Paola Lotto. «Ogni giorno, su 5-6 chiamate che riceviamo, almeno quattro sono relative alla voglia di cedere il cane», precisa Lotto che sottolinea come «stiamo dilazionando queste chiamate in base alla gravità della situazione. Molti vogliono cedere il loro cane o perché la famiglia si è ingrandita con l’arrivo di un bambino, o perché hanno cambiato casa e lo spazio è diminuito, o perché non hanno più voglia di tenerlo magari dopo essere stati delusi dall’acquisto dell’animale tramite internet. Per questo molti utenti utilizzano anche il nostro sito e Facebook per pubblicare un’inserzione per cedere l’animale, cessione corredata da numero di microchip oltre che da verifica del libretto veterinario. Visto che utilizzano i nostri siti, noi verifichiamo che la cessione degli animali avvenga senza giro di soldi», ci tiene a precisare la presidente. Che evidenzia come sia sempre più importante la microchippatura «che però non è ancora così diffusa nella nostra provincia. Alla fine solo il 45% dei cani è microchippato: finita l’epidemia di rabbia che aveva portato la microchippatura all’85%, dal 2015 si è tornati alle vecchie abitudini, ma è obbligatoria per l’iscrizione all'anagrafe canina, e per l’identificazione del cane qualora sia abbandonato».
Ma viste le tante richieste di cessione, Apaca cerca sempre di evitare il distacco dell’animale dal suo padrone. «Il 20% di chi ci chiama lo convinciamo ad adottare nuovi atteggiamenti e modificare l’ambiente in cui vive, tenendo così l’animale; un altro 20% si convince che è sufficiente che il cane non abbai più in condominio, ma i restanti non si convincono a tenerlo perché l’hanno preso senza senso di responsabilità. Noi spieghiamo a tutti che molti problemi sono risolvibili: se un cane ha problemi di comportamento ci sono gli educatori cinofili, i veterinari comportamentalisti che possono aiutarli a gestire meglio il loro amico a quattro zampe. Ma soprattutto diciamo a chi vuole adottare un cane che non si deve farlo per compiacere il figlio o la fidanzata, ma perché si vuole un compagno di vita che per almeno 15 anni sarà con noi».
I cani ceduti sono perlopiù di taglia medio-grande e meticci, e molt idi questi arrivano da acquisti online dove uno ordina un tipo di animale e poi se ne trova un altro. «Purtroppo oggi si deve fare i conti con la mania di prendere tutto sul web: si compra l’amore e quindi anche il cane. Invece chi vuole prendere un animale da noi deve avere la consapevolezza di cosa sia un’adozione, tanto che in otto anni su 320 cani dati in adozione, soltanto due ci sono stati restituiti. Noi valutiamo lo stile di vita dell’adottante, l’età, la composizione della famiglia, tanti fattori che servono per evitare ancora la sensazione di abbandono nell’aninale», sottolinea il coordinatore di Apaca, Walter Capraro.
Intanto l’associazione, che conta 46 volontari che si turnano 365 giorni l’anno e sono ogni anno in aumento (a settembre partirà un altro corso dove sono già 20 gli iscritti), ha presentato al Comune di Belluno un progetto per la realizzazione di 12 box coperti e riscaldati. “Contiamo di realizzarli grazie al 5 per mille che raccoglieremo quest’anno. I 12 box sorgeranno al posto dei sei grandi scoperti che abbiamo ora e serviranno per accogliere i cani anziani: infatti sono sempre di più gli amici a quattro zampe che, arrivati alla fine della loro vita, vengono lasciati all’Apaca perché troppo è dispendioso prendersene cura o perché il cane è difficile da gestire”, conclude Capraro.