IVREA. Giunta regionale questa mattina, lunedì, con la delibera di insediamento del nuovo ospedale dell’Asl/To4, ambito eporediese, a Montefibre, come sostenuto dall’assessorato regionale alla sanità e con il via libera della conferenza dei sindaci dell’Asl/To4. Commissione regionale sanità convocata per il pomeriggio e domani, martedì, il punto della “proposta di deliberazione relativa all’individuazione del sito del nuovo ospedale dell’Asl/To4, ambito eporediese è inserito nell’ordine del giorno del consiglio regionale. Punto numero sei, per la precisione (su 73). Con il via libera del consiglio regionale di domani nei tempi annunciati dallo stesso presidente della Regione Alberto Cirio e dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi ribaditi a Ivrea nel giugno scorso, la palla passerà all’Asl/To4 che dovrà, entro settembre, bandire la gara per la progettazione per poter rispettare la road map legata ai finanziamenti dell’Inail per la costruzione dell’ospedale.
Tutto chiaro? Si vedrà in questi due giorni perché i mal di pancia su questa vicenda destinata a lasciare un segno sono diversi e non risparmiano alcuna forza politica.
La Regione aveva chiesto alla conferenza dei sindaci dell’Asl/To4 di esprimersi e venerdì lo ha fatto al termine di un incontro difficile, tesissimo e che ha sancito da un lato una divisione netta tra eporediese e Canavese occidentale e, dall’altro, sperimentato un modello di mutualità nel voto che potrebbe in qualche modo riproporsi nell’aula del consiglio regionale e aprire la campagna elettorale per le elezioni del 2024.
In sintesi: la conferenza dei sindaci ha scelto a maggioranza il sito di Montefibre a Ivrea. Settantadue i Comuni per Montefibre, 58 per Ribes. Trattandosi di un voto ponderato, Montefibre ha ottenuto 178 consensi, pari al 65,68%, in rappresentanza quindi di poco più di 340 mila residenti. Ribes, in voto ponderato ha ottenuto 79 voti pari al 29,15%. Il 5,16% è il peso dell’astensione. Ribaltato sul territorio, il voto ha disegnato una geografia di alleanze che vede da un lato Ivrea, l’eporediese e tutti i maggiori comuni a trazione centro sinistra schierati in sostegno di Ivrea, il Canavese occidentale compatto ad eccezione di qualche assenza dal sapore squisitamente politico perché a sostegno estremo dell’assessore leghista Icardi, ormai attaccato da tutte le parti (come ad esempio Ingria) e di San Giorgio e Agliè, che si sono schierati per Montefibre. Le Valli di Lanzo si sono astenute raccogliendo quello che era stato l’invito dei giorni precedenti l’assemblea di lasciare la discussione agli ambiti che più strettamente ruotano attorno all’ospedale spoke di Ivrea o smetterla di alimentare divisioni e così ha fatto, ad esempio, anche Mazzè. Dal punto di vista politico, di fatto è stato scaricato il Canavese occidentale e il Pd ha puntato su Ivrea riuscendo con il voto dei grandi comuni a mettere in sicurezza il mantenimento del presidio dentro la città al termine di una discussione che negli ultimi mesi aveva assunto toni duri e isolato Ivrea.
La stessa Lega, salvo ripensamenti dell’ultima ora di qualche rappresentante locale, ha scaricato il Canavese occidentale dove ha sempre contato su un consenso importante di amministratori. Sul territorio, a difendere l’assessore Icardi sono rimasti in pochissimi. Più semplice, a questo punto della storia, cercare di sfilarsi.
Il giorno dopo una conferenza dei sindaci tesa come non si era mai vista e che ha portato alla luce anche lacune su regolamento e gestione stessa dell’assemblea, la rabbia del momento è scemata e a prendere il sopravvento è la delusione per come è stata condotta l’intera vicenda tra una certa dose di approssimazione, dichiarazioni rilasciate e rimangiate, responsabilità buttate da un campo all’altro, strumentalizzate al bisogno e lasciate a fomentare direttamente sui territori mettendo tutti contro tutti.
Alberto Rostagno, sindaco di Rivarolo, medico di medicina generale di professione, non ha tessera ma guida un’amministrazione di centro sinistra. «Sono ancora convinto che quell’assemblea non fosse valida. Glielo avevo detto: sono pronto a votare alla presidenza Matteo Chiantore, ma quel regolamento che mi hanno mostrato è da rivedere». Aggiunge: «Abbiamo portato avanti la nostra battaglia e questa parte di territorio è uscita sconfitta. Abbiamo bisogno di nuovo ospedale e siccome la struttura dovrà servire questo territorio per i prossimi ottanta, cento anni, crediamo sia una scelta importante e di futuro. Questa esperienza, però, credo abbia insegnato molto a tutti noi. Il Canavese occidentale non è mai stato così forte, unito e consapevole e saprà mantenere questa forza».