Azario, 56 anni, aveva ereditato dal padre l’area dell’ex lanificio: aveva grandi progetti, ora rischiano di essere affossati
Strambino
Il calvario di Gianandrea Azario, 56 anni, di Strambino, è finito sabato 30 luglio dopo cinque lunghi mesi di speranze, all’ospedale Le Molinette di Torino, dove era stato trasportato dopo esser stato ricoverato prima al Cto e poi alla clinica Don Gnocchi, dopo essere stato travolto da una autovettura a bordo della sua bicicletta da corsa, in via Cotonificio, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione non lontano dalla stazione ferroviaria. Era il primo pomeriggio dello scorso 5 marzo e da subito le condizioni erano apparse gravissime.
L’appassionato ciclista strambinese Gianandrea Azario era il figlio ed erede del commendatore Tancredi, il padre titolare dell’omonimo “Lanificio Azario”, che per molti decenni del secolo scorso è stato un punto di riferimento lavorativo ed economico per numerosi strambinesi, che ricordano bene l’importante attività industriale.
Nell’aprile del 2019, il compianto ingegnere Gianandrea Azario aveva presentato nel salone municipale il progetto di riqualificazione della grande area che si estende per oltre 33 mila metri quadrati a fianco della ferrovia, nel primo tratto dopo la stazione di Strambino verso Cerone in direzione Ivrea.
Il progetto, con il relativo Pec, aveva come titolo: «Un paese, un territorio, una risorsa» ed era stato presentato dallo stesso proprietario, ora scomparso, della grande area industriale abbandonata.
Gianandrea Azario, con il progetto dell’architetto Piero Massimo Cinquetti, dello studio Base Enigineering con sedi a Torino e Milano, si proponeva di recuperare per fini sociali l’ex area industriale di famiglia, con la riqualificazione e la trasformazione in una: “Struttura residenziale temporanea, il centro medico e sportivo ‘Fit Azario’, con sala congressi e ristorante”, e la creazione di un ‘Villaggio Alzheimer’ tra il verde.
Un investimento stimato in circa 10 milioni di euro, dedicato anche alla cura dei malati di Alzheimer con la creazione di un “Villaggio” loro dedicato, con una architettura adeguata, immerso tra il verde.
Nel progetto “Fit Azario” il Villaggio avrebbe avuto una capacità di «18 unità, ospitate in alloggi caratterizzati da zone giorno comunitarie e camere singole con accesso ai giardini o alle terrazze, e al piano terra di alcuni edifici, varie attività a supporto della vita quotidiana per permettere agli ospiti di essere autonomi, e vivere una vita normale, in un ambiente protetto».
Dopo la prematura scomparsa a bordo della sua amata bici personalizzata di Gianandrea Azario, si prepara a ricevere l’ultimo saluto degli amici e parenti probabilmente mercoledì, dopo l’espianto della cornee visto il consenso dato alla donazione degli organi.
Sarà tumulato nella tomba di famiglia a Strambino. Insieme a lui, però, rischia di scomparire anche il grande sogno di un presidio socio sanitario di alto livello nel cuore del centro abitato. —
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