Da Piancavallo, provincia di Pordenone, a Farra d’Alpago, provincia di Belluno, in linea d’aria ci saranno sì e no una ventina di chilometri. In auto diventano fino a quattro volte tanti, a seconda della strada prescelta, ma questa è un’altra storia. Qua si parla di lupi, ignari del concetto di confini tra province e di arzigogolate gimcane su due o quattro ruote.
E ai lupi questa estate, loro non lo sanno ma è così, va molto meglio circolare in provincia di Pordenone che non nell’Alpago. Il perché è presto detto. Pallini di gomma
Nel Bellunese, e nell’Alpago e in Valbelluna in particolare, da 48 ore è arrivato il via libera a sparare ai lupi, anche se solo con pallini di gomma. Si tratta, dunque, della cosiddetta “dissuasione”, cioè della misura estrema di allontanamento dei lupi “confidenti”. Dei carnivori, cioè, che ripetutamente si avvicinano alle persone o agli allevamenti, senza paura dell’uomo e senza scappare quando le persone fanno rumore.
L’autorizzazione è arrivata dall’Ispra, l’Istituto Superiore di protezione e ricerca ambientale, a seguito della richiesta proposta dalla Provincia di Belluno (in Veneto, come noto, le vecchie Province ancora esistono) e quindi fatta propria e disposta dalla Regione nelle zone in cui si è verificata la maggior parte delle predazioni dall’inizio d’anno. Quelle denunciate contro gli animali d’allevamento sono state 51, per un numero di capi che supera il centinaio, se si pensa che solo nella Conca alpagota, da maggio in avanti le pecore sbranate sono più di un’ottantina.
Le procedure
Nelle zone citate della provincia di Belluno funziona così. Quando ai competenti uffici provinciali viene segnalata la presenza di uno o più lupi che ritornano sui loro passi in luoghi precisi, come talvolta è avvenuto, e in alcuni casi si avvicinano anche alle persone, le guardie provinciali si recano sul posto assumendo le informazioni del caso e, appunto, se necessario attivano le forme di “dissuasione” previste dal protocollo. Si tratta anzitutto della segnalazione luminosa, poi di quella acustica.
Se l’animale non si allontana, ecco che può intervenire anche lo sparo con pallini di gomma. Azione, questa, che, si badi, non può essere fatta dal proprietario dell’allevamento o da un qualsiasi cacciatore, ma esclusivamente da una guardia forestale. E per procedere, l’allevamento deve essere attrezzato delle necessarie protezioni, quindi del recinto elettrico a un’altezza almeno di un metro e mezzo.
Non solo. Gli animali devono avere la custodia attiva di pastori o di cani da guardia. Il che sta a significare che se la caccia è assolutamente vietata, anche gli spari con i pallini di gomma vanno gestiti con la massima prudenza.
lo scenario
Dal momento che i lupi si stanno presentando anche in altri territori della provincia, da Selva di Cadore a Cortina, da Lamon ad Auronzo, fino in Comelico, non è escluso che la Provincia chieda l’autorizzazione all’Istituto Superiore di protezione e ricerca ambientale di poter intervenire con la “dissuasione” anche in queste zone, sempre che si verifichi la presenza di bestie che manifestano confidenza con l’uomo (o la donna) e i siti. A oggi, al di fuori dell’area prevista, bisogna procedere caso per caso, inoltrando richiesta di procedere all’Ispra. E ogni valutazione deve essere puntualmente circostanziata.
A Piancavallo e in Fvg
E in provincia di Pordenone, e più in generale in Friuli Venezia Giulia, che succede? L’abbiamo chiesto all’assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche Stefano Zannier: «Cominciamo col dire – ha risposto – che da noi abbiamo numeri diversi. In un anno sono stati due o tre i lupi confidenti considerati come tali. Vale la pena di evidenziare, però, che le predazioni sono in aumento, e così anche i branchi. Di qualche giorno fa, per esempio, la notizia di un lupo che si è spinto ad aggredire e portar via con sè il cagnolino di una famiglia a Piancavallo. Per questo motivo, in linea generale, o si dà una risposta efficace o rischiamo di dover affrontare una situazione sempre peggiore. Come Regione – ha proseguito Zannier – guardiano con interesse al provvedimento adottato in Veneto. Vogliamo valutare il percorso che avrà sia sotto il profilo costituzionale, in materia di competenza a legiferare, sia in caso di eventuali ricorsi sui singoli provvedimenti. Certo pesa il fatto che il “Piano lupo”, in sede nazionale, non sia andato avanti e che ancora oggi non abbiamo elementi per capire quale sia la soglia limite oltre alla quale si rende necessario adottare determinati provvedimenti. Per cui stiamo lavorando sulla check list necessaria a considerare un lupo “confidente”, in modo da non dover istruire la documentazione in occasione di ogni caso concreto. Poi osserveremo, come ripeto, il percorso del provvedimento adottato in Veneto. Se i numeri cresceranno anche qui e vedremo che la strada da loro intrapresa funziona non è esclusa una valutazione anche in Friuli Venezia Giulia. Intanto, però, l’uso dei pallini di gomma continua, nelle nostre terre, a essere autorizzato di volta in volta dall’Ispra come singola deroga».
E poco importa se dall’Alpago a Piancavallo, in linea d’aria, ci siano solo una ventina di chilometri. Foreste che vai doppiette che trovi. —
R.Pn.
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