foto da Quotidiani locali
MORTEGLIANO. «Non ci arrendiamo. La città di Mortegliano presto rinascerà». In ogni angolo della città, devastata dalla grandinata, sono queste le parole che escono dalle bocche dei volontari, che già da lunedì notte si sono messi al lavoro per ripulire e mettere in sicurezza il territorio. Sono seicento le richieste di intervento giunte al Centro operativo comunale (Coc), allestito nella sede di protezione civile adiacente al palazzo municipale, in piazza Verdi.
Il bilancio
A tracciare il bilancio della settimana è il vicesindaco con delega alla Protezione civile, Paolo Fabris. Seicento richieste di intervento arrivate per tetti scoperchiati, finestre rotte, alberi finiti sopra le macchine e le abitazioni, strutture completamente allagate. È questo lo strazio a cui hanno assistito i volontari, giunti da ogni parte del Fvg, impegnati ventiquattro ore al giorno per le operazioni di soccorso. Di tutte le richieste, ad oggi, circa il 25 per cento è stato soddisfatto. Per rendere l’idea della distruzione del maltempo, ai volontari non sono bastati 55 mila metri quadri di teli per coprire tutte le abitazioni rimaste scoperchiate.
«In un primo momento mi è sembrato di rivivere il dramma del terremoto del ’76 – racconta il vicesindaco –. Tutto è cominciato lunedì, alle 21. 30, la stessa ora in cui si è fermato l’orologio del campanile. Abbiamo capito fin dall’inizio che si trattava di una vera e propria catastrofe. Quando sono uscito per un primo sopralluogo non immaginavo nemmeno a cosa andassi in contro».
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Gli interventi
Il primo edificio su cui la protezione civile è intervenuta è stata la casa di riposo, dichiarata inagibile a seguito degli ingenti danni alle finestre e al tetto. «Dopo aver appreso che il tetto era danneggiato – prosegue Fabris – considerando che a mezzanotte la seconda pioggia aveva allagato il secondo piano, abbiamo dichiarato inagibile la palazzina e trasferito i novanta ospiti in altre strutture analoghe del territorio».
Un lunedì notte in bianco e densa di disperazione e amarezza per il vicesindaco Fabris e i volontari, che fin da subito sono scesi in campo. Centinaia in tutto durante la settimana. «Lunedì notte e fino alle prime luci di martedì abbiamo effettuato dei sopralluoghi nelle strutture più colpite e per renderci conto delle situazioni più critiche. Sempre nella notte, dopo aver visto la situazione in cui versava la guardia medica, è stato sospeso il servizio. Martedì era nuovamente attivo, trasferito a Codroipo».
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Martedì mattina, l’apertura del Coc nella sede di protezione civile e l’attivazione del servizio di volontariato locale. Il centro rimarrà attivo fino al termine dell’emergenza. Sempre martedì mattina si è tenuto il primo briefing con le forze dell’ordine, la polizia locale e la protezione civile, iniziando a raccogliere le richieste di aiuto dei cittadini. Nel pomeriggio l’incontro con l’assessore regionale di Protezione civile del Fvg, Riccardo Riccardi, e i sindaci del Medio Friuli, per una ricognizione congiunta. «Abbiamo attivato una comunicazione costante con la popolazione – prosegue il vicesindaco – attraverso comunicati pubblicati nei canali social e l’attivazione dello sportello di assistenza psicologica in collaborazione con l’Asufc.
I rifornimenti
Dopo una prima difficoltà nella gestione delle richieste di interventi, che arrivavano a tutte le sale operative delle forze dell’ordine, è stato identificato il Coc punto di riferimento e coordinamento. «Abbiamo iniziato a smaltire tutti gli interventi, partendo dai più gravi – racconta Fabris – che proseguiranno anche nelle prossime settimane. Se guardiamo al territorio ci sono danni per centinaia di milioni di euro. In questi giorni non sono mancate le difficoltà nel reperire materiali e mezzi di soccorso; giovedì siamo stati riforniti di tutto il necessario, grazie anche alla generosità delle aziende del territorio che hanno messo a disposizione i propri mezzi. Tengo a ringraziare tutti i volontari di protezione civile, tecnici del soccorso alpino, vigili del fuoco, forze dell’ordine ma anche tutta la comunità, che nonostante la situazione è stata molto collaborativa».
In chiesa
Nella chiesa della Santissima Trinità il parroco Giuseppe Faidutti ha celebrato la messa domenicale. “Gli angeli della comunità”. Così Faidutti ha definito i volontari che stanno operando ininterrottamente sul territorio. «In un momento così difficile – rimarca – dobbiamo unirci per ricostruire la nostra città – prosegue – mostrando tutta la generosità insita in ognuno di noi. Confido anche nell’aiuto delle istituzioni e nella collaborazione costante tra tutte le forze in gioco. Solo così possiamo uscirne e ripartire tutti insieme». —