TRIESTE Trieste conta 31 fontane monumentali, 13 sono attualmente all’asciutto, senza uno zampillo d’acqua per problemi tecnici agli impianti. L’intenzione del Comune ora è di riattivarne il maggior numero possibile. Per questo da mesi gli uffici tecnici stanno lavorando a una valutazione che pesi la sostenibilità tecnica e quella economica della riattivazione di quelle non funzionati. Nei giorni scorsi intanto ha ripreso a scorre l’acqua in quella dei Tritoni in piazza Vittorio Veneto. Nel frattempo sputa il progetto di realizzare una fontana simile a quella di viale Romolo Gessi, con dei giochi d’acqua, a Barcola.
Ma andiamo con ordine. La questione delle fontane è comunque al vaglio dell’amministrazione da alcuni anni. Nel 2019 AcegasAps Amga aveva presentato una proposta di project financing, aggiornata nel 2023, che prevede «la manutenzione ordinaria e straordinaria delle fontane monumentali - precisa Giovanni Piccoli, direttore reti di AcegasAps Amga -, la riattivazione di alcune e, a seconda delle esigenze del Comune, anche l’incremento degli impianti, quindi l’eventuale realizzazione di nuove fontane, o la chiusura di altre: è il Comune a dettare l’indirizzo».
L’emergenza pandemica aveva frenato le valutazioni sulla proposta, ripresa in mano circa un anno fa dall’assessore al Bilancio Everest Bertoli, che si limita a spiegare come «si stia facendo una valutazione su quali impianti intervenire, pesando elemento per elemento la sostenibilità tecnica e economica. Abbiamo il piano economico finanziario, siamo in dirittura di arrivo, con l’obbiettivo di rendere la città ancora più gradevole, avere da un lato un risparmio sulla spesa corrente e dall’altro investimenti importanti da parte di un’azienda per ripristinare e gestire il maggior numero possibile di fontane».
Gli uffici del Parternariato pubblico privato stanno terminando di stilare la relazione che consentirà di valutare la sostenibilità economica del piano. Se Bertoli sul tema ha competenza per la parte finanziaria appunto, l’assessore all’Urbanistica Michele Babuder ha ereditato da Sandra Savino quella specifica sulla manutenzione delle fontane. «Nei recenti sopralluoghi nei giardini pubblici ho constatato il mancato o il ridotto funzionamento di alcune fontane - spiega Babuder - e anche per un discorso di riqualificazione urbana credo sia bene puntare al ripristino del maggior numero di impianti possibile». Tra l’altro Babuder svela si siano «fatte avanti alcune grandi aziende che hanno manifestato l’interesse e la disponibilità a sostenere la riqualificare di alcuni angoli di verde pubblico della città (così come è accaduto per alcune aiuole), e in questo contesto auspico si possa fare qualcosa anche sulle fontane. Da qui l’analisi che ho avviato su quali poter intervenire».
Tra quelle da tempo a secco, non funzionati, e su cui sarebbe il caso di mettere mani e denari, ci sono ad esempio la fontana del “Giovannin” in piazza Ponterosso, quella dedicata al “Cantico dei Cantici” in piazza Oberdan o quelle all’interno del giardino di piazza Rosmini, a Borgo San Sergio, in via del Monte e all’interno dei parchi pubblici come quella nella zona delle serre in villa Revoltella o nel giardino di via Orlandini. Resta il nodo della fontana dei Quattro Continenti di piazza dell’Unità, all’asciutto da oltre vent’anni. Riattivarla prevede un intervento estremamente complesso e costoso.
Sul progetto di Barcola, l’idea è quella di realizzare, come detto, un impianto che crei dei giochi d’acqua nell’area fronte mare attigua alla fontana esistete, dalla parte opposta alla scultura della “Nuotatrice” di Ugo Carà. Realizzarla costerebbe intorno ai 100 mila euro. Alcuni residenti di Barcola sono già al corrente del progetto. In merito però Babuder ritine «preferibile investire e far funzionare le fontane esistenti, prime di crearne di nuove». Quindi il progetto potrebbe restare nel cassetto.