Dopo quasi cinquant’anni, la ex Plastindustria chiude i battenti e la nuova proprietà Bibetech trasferisce tutto nel Vicentino. L’annuncio choc è stato dato alle segreterie dei sindacati Filctem Cgil e Uiltec Uil durante un incontro chiesto da questi ultimi alla luce dei segnali allarmanti registrati dai lavoratori. Come il mancato utilizzo della cassa integrazione ordinaria chiesta neppure un mese fa della durata di sei settimane a cavallo delle ferie. Come il trasloco di alcuni macchinari a Montecchio Maggiore dove ha sede la casa madre. Una decisione forse presa da tempo visto che il trasferimento dell’attività è previsto per fine agosto, ma comunicata solo il 28 luglio, giustificata dal management con la non sostenibilità di una produzione di componenti per automotive a Valdaro e accompagnata dalla proposta ai tredici dipendenti di trasferirsi insieme allo stabilimento. Proposta già bocciata dall’assemblea dei lavoratori, subito convocata dal segretario generale della Filctem Andrea Loddi e dal segretario della Uiltec Daniele Amenta, che ha risposto proclamando un pacchetto di scioperi per le giornate di lunedì 31 luglio e martedì 1° agosto per spingere la società a riconsiderare scelta e tempistiche, come si legge nella dichiarazione di sciopero, e garantire un diverso futuro ai lavoratori.
«È l’ennesima operazione manageriale scellerata in cui a pagare sono sempre gli operai – è l’attacco di Loddi – l’acquisizione da parte di Bibetech solo diciotto mesi fa con tanto di dichiarazioni di investimento e radicamento sul territorio mantovano per poi andarsene diciotto mesi più tardi portandosi via i macchinari e proponendo ai lavoratori un trasferimento illogico a più di ottanta chilometri da casa. Un nuovo danno sociale per Mantova che coinvolgerà altre tredici famiglie in una dinamica di mercato da tempo non più accettabile. Pezzo dopo pezzo il tessuto industriale mantovano si sta smantellando e questa emergenza va fermata».
Anche per Amenta «è una notizia che lascia davvero sbigottiti, Plastindustria è stata acquisita meno di un anno fa con delle prospettive completamente diverse, e in 18 mesi si è passati dal voler fare dello stabilimento di Mantova il polo per l'automotive a trasferire il tutto a Montecchio Maggiore. Nello storico stabilimento di Mantova ci sono persone che lavorano per quest’azienda da quasi 40 anni e oggi si sono sentite dire che per loro non c'è una prospettiva professionale qui. Per noi è una scelta sbagliata e inaccettabile nelle modalità e nelle tempistiche. Nostro obiettivo è far cambiare idea alla direzione aziendale e costruire una prospettiva industriale per lo stabilimento di Valdaro». Lunedì 31 il primo sciopero alle 11: tutti in presidio ai cancelli.