«Simone sei il sole, la spensieratezza e il burlone che tutti noi abbiamo amato. Ora hai fatto il tuo ultimo salto fino in cielo. Sarai parte di noi per sempre. Amore nostro». Mamma Alberta e papà Pietro Matterazzo vogliono dipingere così il loro Simone che nel fine settimana avrebbe festeggiato i suoi vent’anni e invece è morto in un incidente in moto a Chioggia, giovedì 27 luglio. La loro è una famiglia unita, che ora con grande dignità sta affrontando una prova indicibile.
Simone ha lasciato anche due sorelle maggiori, le gemelle Giorgia e Sofia, oltre alla fidanzata Giorgia che frequentava seriamente ormai da tre anni.
«Simone aveva la capacità di perdonare tutti», lo descrivano con un affetto che solo i genitori possono dare. «Era vivace, aveva una parola per tutti, era solare e sorridente. Un ragazzo con la testa sulle spalle, molto attento e scrupoloso anche alla sua salute. Amava tantissimo la sua famiglia, la sua fidanzata e lo sport, oltre ad avere la grandissima passione per i motori».
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Voleva fare il meccanico, quella era la sua strada. Aveva iniziato da bambino a sporcarsi le mani d’olio e ci sapeva davvero fare, tanto che a casa, nel quartiere di Sant’Anna, si era ricavato una piccola officina dove arrivavano amici a tutte le ore per risolvere i loro problemi con i motorini.
«A settembre avrebbe frequentato l’ultimo anno dell’Ipsia Bernardi di Padova», spiegano mamma e papà, «che aveva scelto dopo una precedente esperienza scolastica che non si confaceva alle sue predisposizioni. A Chioggia, per fare esperienza, si era trovato un lavoretto estivo proprio in un’officina meccanica che ripara i motori dei pescherecci e delle barche che escono in laguna».
Si era comprato con i propri sacrifici una piccola barchetta e si era sistemato un motore marino per uscire con i familiari e gli amici nei fine settimana in laguna. «In darsena a Conche, se vedeva qualcuno con la barca in panne, si offriva per riparargliela e sempre riusciva a fare ripartire i motori, sentendosi ringraziare per avere salvato a molti l’uscita domenicale in mare. Simone era così: generoso e sempre pronto ad aiutare e mettere a disposizione le sue capacità».
C’era poi il calcio. «A Fossò era l’anima dello spogliatoio dove portava anche la musica». L’amore incondizionato di cui Simone godeva, da parte di tantissimi amici, è apparso in questo ore lampante dal riscontro sui social, dove in tanti hanno voluto lasciare un messaggio e una testimonianza. A partire dalle società sportive dove il ventenne ha militato nella sua troppo breve carriera.
«Siamo vicini alla famiglia per la prematura scomparsa di Simone», scrive la Piovese, società dove era cresciuto prima di passare al Fossò, «ragazzo che ha giocato per tanti anni nel nostro settore giovanile. Ci stringiamo in un forte abbraccio a tutta la famiglia ed in particolare al papà Pietro, persona gentile e sempre disponibile nella nostra società».
Lo ricorda anche don Massimo Fasolo, parroco di Conche di Codevigo, frazione nella quale Simone ha dei parenti. «Ha giocato anche nel nostro campetto parrocchiale», dice il sacerdote, «ci ho anche parlato qualche volta. Era pieno di entusiasmo, con tante belle qualità. I genitori, di ritorno da Chioggia, mi hanno chiamato. Sono stato loro vicino, ci siamo dati la mano con i parenti presenti in paese. Abbiamo pregato insieme per Simone, per essere noi capaci di fare questa pesantissima volontà. Il cuore di Simone ha palpitato ma adesso continua a farlo in modo diverso».
