È tempo della conta dei danni per chi si ritrova con casa e azienda danneggiate dalla grandinata. Ma la strada per i risarcimenti potrebbe essere in salita, ecco perché
UDINE. Passata la paura, avviata la conta dei danni, chi si ritrova con la casa e l’azienda seriamente compromessa si chiede se e quando riceverà i risarcimenti. La Regione chiederà lo stato di emergenza nazionale e, in quel caso, i privati potrebbero non ricevere alcun rimborso dalle compagnie di assicurazione. Più che un nodo questo dipende dalla tipologia di polizza che è stata sottoscritta a monte.
Il tema è attuale, davanti ai capannoni bucati dalla grandine e alle coperture con i coppi triturati non si parla d’altra. «Nella maggior parte dei casi – spiega il professore di Economia dell’Università degli studi di Udine, Stefano Miani – tra le esclusioni previste nelle polizze assicurative c’è anche la dichiarazione di emergenza nazionale, generalmente quando scattano queste dichiarazioni lo Stato si assume tutte le responsabilità».
LE GUIDE
Detto tutto ciò, il professore ci tiene a chiarire che, trattandosi di risarcimenti, non c’è nulla di scontato. Non lo è anche perché molto dipende dalla tipologia di polizza stipulata e dalla tipologia del contratto sottoscritto. Non esiste alcun automatismo per cui lo stato di emergenza nazionale esenta dal pagamento dei danni le compagnie assicurative.
«In primo luogo – ripete Miani – dipende molto dalle clausole contrattuali, tenga conto che pochissimi beneficiari hanno sottoscritto contratti assicurativi con coperture di questo tipo. Per le auto, a esempio la polizza generica è Rc auto, che copre la responsabilità civile nel caso di incidenti, ma non copre i danni provocati da eventi atmosferici, in quel caso per ottenere la copertura va fatta un’ integrazione alla polizza e la gran parte delle persone non la fanno». Lo stesso accade per le abitazioni: «Le polizze standard prevedono alcune coperture che non necessariamente si estendono ai danni da eventi meteorologici. Anche in questo caso vanno fatto le integrazioni».
Miani insiste su questo punto invitando i titolari di polizze assicurative a verificare quali sono le estensioni previste. Qui, quasi automaticamente, entrano anche le dichiarazioni di emergenza nazionale da calamità nazionale. A meno che, seguendo una politica di marketing, qualche compagnia pur di stipulare la polizza non l’abbia esclusa. Ecco perché diventa fondamentale leggere attentamente i contratti, le polizze assicurative sono contratti, prima di sottoscriverli e dopo aver subito i danni. Trattandosi di eventi che finora non si sono verificati spesso è quanto mai opportuno verificare tutte le clausole del contratto. Tra i cambiamenti legati alle conseguenze dei cambiamenti climatici non va esclusa la copertura assicurativa senza alcuna esclusione.
Questa verifica è in corso, sapere a quanto ammonta la stima dei danni e determinare la percentuale di ristoro è il vero nodo da sciogliere. Al momento, l’assessore regionale alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, continua a ripetere che l’emergenza è evidente: la partita con il Governo è aperta e riguarda strumenti, benefici e risorse. Il presidente della Regione e della Conferenza Stato-Regioni sta gestendo direttamente la situazione».
Il timore è che la coperta sia corta anche perché oltre al Friuli Venezia Giulia richieste analoghe arrivano pure da Lombardia, Veneto ma pure da Sicilia e Puglia colpite dagli incendi. Nella cosiddetta zona rossa, comunque, quella che va da Sacile a Gorizia, saranno inseriti tutti i comuni che hanno registrato danni anche se – queste sono le parole di Riccardi – «l’impatto ha condizioni diverse». Questi aspetti saranno affrontati stamattina, nell’auditorium della Regione, a Udine, dove sono stati convocati tutti i primi cittadini del Friuli Venezia Giulia.