GONICO Sono ben 25 le imprese che hanno presentato la propria manifestazione d’interesse a occuparsi dei lavori di realizzazione della futura rotatoria in prossimità del Centro Lanza. Lo conferma Monica Hrovatin, sindaco di Sgonico, ovvero il Comune nel cui territorio rientra l’area che ospiterà il cantiere.
«Il dato in questione è stato ufficializzato nel corso dell’ultima riunione che abbiamo avuto con Carolina Borruso del Servizio tecnico dell’Edr, l’Ente di decentramento regionale (l’ex Provincia, ndr), durante il quale ci siamo collegati in videoconferenza con lo Studio Novarin di Udine, che ha predisposto il progetto, anche per definire gli spazi da assegnare ai mezzi pesanti che transiteranno nella zona durante i lavori», spiega Hrovatin: «A inizio settembre sarà dunque indetta la gara, mentre il cantiere dovrebbe essere aperto a ottobre. La durata dell’intervento è stata preventivata in 180 giorni, perciò nella primavera del prossimo anno potremo finalmente arrivare all’inaugurazione di un’opera attesa da oltre 20 anni e che sarà la prima rotatoria nella storia del Comune di Sgonico». Il costo dell’operazione è di circa 620 mila euro, interamente a carico della Regione. Inizialmente la cifra era più bassa, ma il costo dei materiali è lievitato nel corso degli ultimi due anni. «Sono veramente soddisfatta per l’avvio ormai vicino di quest’intervento – chiosa Hrovatin – perché quel tratto è particolarmente pericoloso e la rotatoria la riteniamo un’opera fondamentale per la sicurezza di tutti».
L’incrocio che sarà sostituito dalla rotatoria si trova per la precisione all’altezza del chilometro 6, 850 della Strada regionale “35”. È, in sostanza, il punto in cui quest’ultima si interseca con la strada che porta da Opicina a Prosecco da un lato e alla zona artigianale di Sgonico dall’altro. Per completare l’intervento è stata necessaria, da parte della stessa amministrazione municipale di Sgonico, la cessione di alcune porzioni di territorio al Demanio regionale. Una volta completata la rotatoria del Centro Lanza si comincerà così a pensare alla rivisitazione di un altro incrocio pericoloso della zona, a poche centinaia di metri di distanza, quello all’altezza della Telit