GRADO Incontro interlocutorio, ieri, tra Regione, Promoturismo e le due ditte interessate alla vicenda degli inalatori delle nuove Terme Marine di Grado. Entrambe le imprese, per tramite dei rispettivi avvocati, hanno mantenuto fermamente le loro posizioni. Tutti si sono riservati di incontrare, evidentemente separatamente, i responsabili delle proprietà che rappresentano e dare una risposta che potrebbe giungere abbastanza presto, qualcuno auspica già entro la giornata odierna.
La ditta che ha già eseguito e installato l’impianto per le cure inalatorie e la seconda in graduatoria che ha partecipato all’asta indetta da Promoturismo e ha presentato ricorso, accolto dal Tar, sono quindi intervenute ieri tramite i propri legali. Sembra che siano solo due le opzioni possibili: un compromesso oppure il possibile ricorso al Consiglio di Stato.
Tempi lunghi, dunque e per il settore trainante delle Terme, quello delle cure inalatorie, significherebbe sicuramente perdere un’annata.
Nel frattempo a rimetterci sono i pazienti e l’immagine di Grado. L’appalto, ricordiamo, è di circa 100 mila euro, a fronte di un investimento totale di quasi 5,5 milioni. La sorpresa generale tra i gradesi è stata il fatto che la sentenza sia giunta proprio alla vigilia dell’apertura della struttura. E all’orizzonte c’è un’ulteriore problematica: anche qualora si arrivasse ad un compromesso, la ditta subentrante dovrebbe avere una sessantina di giorni di tempo per procedere alla fornitura e installazione dei blocchi inalazioni, che andranno a sostituire quelli già posizionati.
Comunque, la situazione di stallo, se rimarrà tale, o l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, costringe la Git a procedere con l’iter facendo intervenire l’Azienda sanitaria al fine di ottenere il nulla-osta per l’apertura del reparto della vasche, che, come spera il presidente Roberto Marin, potrebbe entrare in funzione già entro la metà del prossimo mese di agosto.
Un’apertura parziale, quindi, anche come necessita e per più motivi: soddisfare innanzitutto i clienti che hanno già prenotato, utilizzare il personale già sotto contratto da diversi giorni, e non perdere l’accreditamento regionale (in tutto circa 300 mila euro) che di norma andrebbe utilizzato entro l’anno.
