Sandro Principe ha 74 anni. E’ stato sindaco di Rende, città oggi sciolta per mafia, che aveva trasformato in un gioiello del mezzogiorno. Ex deputato socialista, sottosegretario con Amato e Ciampi, poi assessore regionale alla cultura in Calabria, non fa più parte del Pd. Continua a fare la “battaglia socialista”, dopo una vita che lo ha visto vittima di un grave attentato, nel 2004, nel quale sfiorò la morte. Arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa, assolto dopo un lungo calvario, definisce la riforma Nordio “al quanto condivisibile. Il processo accusatorio prefigura la parità tra le parti e un giudice terzo. Oggi non è cosi. Una riforma che porti alla reale parità tra le parti è benvenuta”.
Esiste un problema tecnico di separazione dei poteri in Italia?
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“Il problema non è tecnico ,ma politico. Bisogna capire se la politica, tutta, vuole recuperare la sua centralità. In Italia l’equilibrio dei poteri è saltato. La debolezza della politica ha creato un vuoto, occupato dalla magistratura e dall’alta burocrazia, che fanno di tutto per resistere nella loro posizione privilegiata .La nostra è’ una Repubblica parlamentare, ma il parlamento è’ diventato organo di ratifica dei decreti legge e di amministrazione spicciola attraverso gli emendamenti clientelari. Bisogna ripartire dalla costituzione”.
Ritiene che per Berlusconi ci fu una persecuzione?
“Il potere in democrazia si deve raggiungere solo attraverso libere elezioni. Avendo anche l’intelligenza di evitare la cosiddetta “dittatura della maggioranza”, un disturbo della democrazia ben individuato dalla letteratura specializzata. Guai a non favorire il confronto. Poi è chiaro che deve decidere chi ha avuto più consensi. Le altre vie per raggiungere il potere sono inqualificabili. In primis la via giudiziaria. Si è dimostrata autolesionista. Nenni diceva che lisciare il pelo ad una tigre è pericoloso. Prima o poi con una zampata ti abbatte. Con Berlusconi si è esagerato. Non è credibile che sia stato “ un angelo “sino al 1994 e poi improvvisamente è’ diventato “ un diavolo””.
“Una ferita che non si rimargina e che continua a far male. Se chi ha la coscienza pulita viene violentato con l’offesa dei sui diritti fondamentali e dei suoi valori ,quell’offesa è insanabile”.
Perché la sinistra fatica ad ad essere riformista?
“Storicamente per riformismo si intendeva un movimento politico e culturale organizzato che, attraverso una politica di riforme strutturali, mirasse ad aumentare gli spazi di libertà per il cittadino e che tendesse a migliorare le condizioni di vita dei più deboli, di chi è rimasto indietro. Oggi ogni legge che modifica la normativa vigente viene definita riformista .Non è così. La sinistra ha smarrito la strada, non è più vista come un riferimento da chi soffre, dai nuovi poveri, da un ceto medio sempre più in difficoltà. Non c’è più una forte classe operaia e quel poco che è rimasto non vota PD ,che viene visto come il partito dell’establishment”.
“Ma il mondo del lavoro esiste ancora: ha meno tutele, è precario, poi ci sono i lavoratori della mente ,chi se ne interessa in un paese che è fanalino di coda nella spesa in ricerca e innovazione. La Sinistra deve ripartire da questi mondi, deve aprire le sue sedi, andare nei quartieri, smetterla di avere la puzza sotto il naso, con la pretesa di essere sempre migliore degli altri, che sono ignoranti. La destra italiana prende i voti dai pezzi di società che la ex sinistra ha perduto. Poi, però, vuole scambiare il presidenzialismo ,più congeniale alla sua natura, con l’autonomia differenziata, che genererà ancora più diseguaglianze territoriali e, conseguentemente ,sociali. Inoltre ,c’è una emergenza ambientale catastrofica e l’esigenza di fortificare i diritti civili. Per una sinistra ritrovata e rinnovata, autenticamente riformista ,ci sarebbe tanto lavoro, a partire dalla ricostruzione di un forte rapporto con il mondo della cultura e del pensiero. Non si può assistere indifferenti al tentativo della destra di costruire una sua egemonia culturale sulla scia della destra anglosassone neo liberista e sostenitrice del ritiro assoluto dello stato dall’economia e dello smantellamento del welfare”.
Rende, la città che lei ha amministrato, è stata appena sciolta per mafia. Qual è stata la reazione personale di Sandro Principe?
“Innanzitutto per me è un grande dolore. La città non merita questo marchio. E’ la città dell’Unical, con un gradevole disegno urbano, tantissimo verde, con la più grande area industriale-commerciale della Calabria, con tanti musei, biblioteche e teatri .E’ una città ricca, con gente colta e laboriosa. I presunti errori di pochi non debbono causare danni ad una comunità intera e onesta. Sotto questo aspetto la legge andrebbe rivista .Intanto, Rende forse perderà l’occasione di ben utilizzare i fondi del PNRR. Peccato. Il PNRR poteva consacrare Rende città leader in Calabria e nel Mezzogiorno”.
L'articolo L’ex sindaco Principe: “Bene la riforma Nordio. Berlusconi fu massacrato. Il Pd? Non è più di sinistra” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.