È attivo, nel Pronto soccorso dell’ospedale di Udine, il “codice calore”, voluto dal ministero della Salute per fronteggiare l’ondata di caldo che sta interessando anche il Friuli Venezia Giulia.
Si è partiti soltanto ieri perché si è dovuto attendere il completamento dell’iter burocratico, con la circolare ministeriale che prima è stata recepita dalla Regione, poi da quest’ultima è passata alle aziende sanitarie. «Abbiamo introdotto il codice calore che ci consente di identificare i pazienti che si rivolgono al pronto soccorso per un problema legato al caldo – spiega il direttore della struttura di emergenza del Santa Maria della Misericordia, Mario Calci –. Non cambia il sistema delle priorità o delle urgenze, che continuano a essere individuate attraverso il triage iniziale».
Da quando le temperature si sono fatte roventi, al pronto soccorso sono arrivati decine di pazienti al giorno in più con malesseri legati al calore: «Abbiamo notato un afflusso maggiore di circa il 15 per cento rispetto al solito – rende noto Calci –. Le persone che si rivolgono al Pronto soccorso presentano sintomi di vario tipo legati alla disidratazione, a malesseri o mancamenti, e per la gran parte si tratta di anziani».
Il direttore Calci identifica in circa venti gli accessi giornalieri legati strettamente al rialzo delle temperature e all’afa, e da ieri, a questi pazienti, viene assegnato il codice calore. Uno strumento pensato per migliorare l’organizzazione interna dei pronto soccorso, identificando chi presenta sintomi legati al caldo rispetto agli altri pazienti. «Al di là del nuovo codice – conclude Calci – eravamo già attrezzati per gestire questi casi anche prima della sua introduzione».
Nelle intenzioni del ministero della Salute il nuovo codice va inteso come un percorso assistenziale preferenziale e differenziato pensato per rafforzare la risposta ordinaria alle richieste di assistenza sanitaria, in particolare per i soggetti vulnerabili, fermo restando che gli utenti con un livello di gravità tra giallo e rosso continuano ad avere sempre una priorità di intervento da parte dei sanitari in servizio. Dal ministero si raccomanda anche di potenziare la guardia medica e le unità di assistenza domiciliare, in modo da alleggerire la pressione di pazienti nei pronto soccorso nel caso di sintomi o malesseri di lieve entità.
