MUGGIA. Sono stati pubblicati all’Albo pretorio di Muggia, diventando quindi di pubblico dominio, i pareri espressi da Asugi, Autorità portuale, Regione, Soprintendenza, AcegasapsAmga e Comune di Muggia riguardanti l’esito della chiusura, in un’apposita Conferenza dei servizi, del procedimento preliminare di valutazione dello studio di fattibilità riferito alla proposta di un Piano attuativo comunale (Pac) di iniziativa privata per la riqualificazione turistico-ambientale dell’area di Punta Olmi, il cui intervento porta la firma della Rte Group, la società proprietaria dell’area in questione. E sono pareri che, in linea generale, esprimono una serie di perplessità, prescrizioni e contrarietà al progetto. Gli enti coinvolti in tale Conferenza dei servizi, infatti, auspicano «una proposta di piano che si sviluppi promuovendo l’adattamento e il mantenimento dei caratteri salienti del territorio», rifacendosi in particolare al Piano regolatore vigente.
Andiamo con ordine. Il Dipartimento di prevenzione di Asugi ha espresso a riguardo diverse perplessità, «che dovranno trovare appropriata soluzione nelle future progettazioni da sottoporre ad esame». Viene evidenziato tra l’altro «il consumo di suolo» necessario a distribuire gli edifici lungo «aree frammentate sull’intero comprensorio» che è «di gran lunga maggiore rispetto al posizionamento dell’ambito edificabile previsto dal Prgc vigente», concentrato lungo il margine meridionale dell’area. I contorni che delimitano le estensioni di bosco nelle planimetrie «non sembrano corrispondere alle fotografie satellitari e agli effettivi rilievi in natura».
Per Asugi insomma va verificata – ed è lo stesso rilievo mosso pure nel parere di AcegasapsAmga – la capacità da parte del sistema fognario a valle di «tollerare l’incremento dei picchi di portata», anche nell’auspicabile previsione dell’allacciamento degli insediamenti in zona San Floriano - Ligon, non ancora serviti dalla pubblica fognatura. C’è poi la questione della viabilità interna, che per la stessa Asugi «non garantisce l’accesso capillare ai mezzi di soccorso ed emergenza fino alla prossimità di tutte le abitazioni»: «L’intero traffico proveniente dal comprensorio in progetto e diretto verso Est avrebbe, come sola alternativa al collo di bottiglia della galleria di Muggia, le ripide discese lungo la viabilità locale delle località Rio Storto e Pisciolon». Più che un “niet” secco è invece una raccomandazione quella dell’Autorità portuale, per la quale «le opere in prossimità del Demanio marittimo che si collocano entro 30 metri dal confine dello stesso devono essere preventivamente autorizzate ai sensi dell’articolo 55 del Codice della navigazione, con il richiedente che, con congruo anticipo rispetto alla data stimata di avvio dei lavori, dovrà presentare apposita istanza all’Autorità».
Il Servizio geologico della Regione ha comunicato a sua volta che «la proposta progettuale al momento non è conforme agli strumenti urbanistici e dovrà essere avviata una variante al Prgc soggetta a parere geologico». L’Ispettorato forestale ha espresso quindi parere contrario, mentre la Direzione centrale Infrastrutture e territorio della Regione ha evidenziato dal canto suo che «il progetto non riporta alcuna indicazione precisa sullo sviluppo dell’itinerario ciclabile». E come già anticipato dal sindaco Paolo Polidori l’altro ieri, la Soprintendenza ha dato parere negativo in quanto «l’intervento proposto non risulta compatibile con il vincolo paesaggistico e con il contesto dello stato dei luoghi ritenuto inoltre che la variante al Pac pregiudichi l’attività di conformazione dello strumento urbanistico generale del Comune di Muggia