Il momento tanto atteso sta per arrivare. Dal 23 al 30 luglio il nuoto in corsia si prenderà la scena di questi Mondiali 2023 degli sport acquatici a Fukuoka (Giappone) e l’Italia dovrà rispondere presente dopo un 2022 che, per il peso dei risultati, sembra proprio irripetibile.
Le 9 medaglie solo in questa specialità dell’anno scorso a Budapest (Ungheria), di cui 5 ori, 2 argenti e 2 bronzi molto difficilmente potrà essere replicato. I motivi sono due: la crescita di alcuni Paesi che hanno trovato giovani rampanti, strepitosi nel loro incedere già in questa stagione; un Ital-nuoto con qualche problemino, scegliendo anche di tirare un po’ il fiato per un biennio spinto al massimo e tirare in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024.
Nella Duna Arena, il contributo della staffette maschili fu consistente: oro storico nella 4×100 mista con record europeo eguagliato e bronzo nella 4×100 sl. L’obiettivo sarà quello di salire sul podio ancora una volta, in una rassegna che come quella dell’anno passato non vedrà russi e bielorussi al via per le note vicende.
Ci sono però delle riflessioni da fare. In casa Italia, nel quartetto veloce qualcosa di negativo c’è stato e c’è: la lontananza dall’agonismo muro di Lorenzo Zazzeri, tornato ad allenarsi solo alcuni mesi fa; le prestazioni non esaltanti di Alessandro Miressi, senza un crono da 47″ nei 100 sl quest’anno e quindi privo di quel marchio che può rassicurare. Da dire che, oltre alle solite squadre statunitensi e australiana, Gran Bretagna e Cina lanciano il guanto di sfida, con gli asiatici che possono contare sul miglior atleta al mondo in stagione, Pan Zhanle (47.22) nella gara regina.
Cinesi che sono una minaccia molto importante anche per la staffetta mista italiana, campionessa del mondo in carica. Detto del crono nei 100 sl, questa squadra può contare su Xu Jiayu da 52.26 nei 100 dorso, Qin Haiyang da 57.93 nei 100 rana e su Wang Changhao da 51.45 nel delfino. Considerato che anche Nicolò Martinenghi, per problemi fisici, non arriva proprio al top del top, c’è da temere il contesto assai qualificato, tenendo conto della forza degli USA, dell’Australia, del Giappone (padrone di casa) e dei britannici.
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