Inaugurato nel Palazzo Reale di Napoli il Museo Caruso, dedicato al celebre tenore napoletano a 150 anni dalla nascita. L’inaugurazione si è tenuta alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, del direttore generale Musei del Mic Massimo Osanna, del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e del direttore del Palazzo Reale di Napoli Mario Epifani. […]
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Inaugurato nel Palazzo Reale di Napoli il Museo Caruso, dedicato al celebre tenore napoletano a 150 anni dalla nascita. L’inaugurazione si è tenuta alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, del direttore generale Musei del Mic Massimo Osanna, del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e del direttore del Palazzo Reale di Napoli Mario Epifani. “Noi stiamo portando avanti all’Unesco il riconoscimento come arte immateriale del bel canto italiano perché il mondo della lirica è una delle eccellenze della nostra nazione. Caruso è stato uno dei migliori prodotti italiani nel mondo ed era giusto che Napoli gli rendesse omaggio con questo museo”, ha dichiarato Sangiuliano.
“Caruso – ha aggiunto – è nato a San Carlo all’Arena, uno dei quartieri storici della città e quindi questo museo è certamente un atto dovuto. Anche perché sono convinto di questa lezione, la grandezza di Napoli non è soltanto nel suo paesaggio, il mare, il golfo, nei suoi monumenti, i suoi musei straordinari. La grandezza di Napoli è anche un’esperienza, si viene a Napoli per un’esperienza fatta di tanti fattori culturali, tra i quali c’è certamente la musica”.
Il museo è ubicato nella sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli, una stanza delle meraviglie di 500 metri quadrati, con animazioni in 3d e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e video. Tremilacinquecento i documenti digitalizzati, 110 i rari originali, 43 le postazioni audio.
“Sigari cubani e marmellate del Wisconsin, alici dell’Alaska e olio d’oliva italiano, francobolli con il suo ritratto stampati in tutto il mondo ma anche asteroidi, Tuxedos, Tobacco, caffè e mais a stelle e strisce: non c’è prodotto sul mercato che non sia stato battezzato nel nome di questo napoletano illustre che ha saputo conquistare l’ammirazione incondizionata di re e regine senza mai dimenticare gli ultimi della terra – osserva all’Ansa la curatrice Laura Valente -. La sua rivoluzione consiste nell’aver incarnato con entusiasmante verità il sentimento popolare dell’Italia contadina cantando però, allo stesso tempo, con la nobiltà formale e sostanziale della scuola antica. Caruso più di ogni altro è icona di una italianità nobile e leggendaria”.
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