Matteo Messina Denaro si è visto confermare, in secondo grado, dai giudici della Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta, la sentenza di primo grado con la pena dell’ergastolo quale mandante delle stragi mafiose.
I magistrati nisseni hanno accolto la richiesta della Procura generale, rappresentata in aula dal Pg Antonino patti e dal sostituto Gaetano Bono, contro Messina Denaro che ha rinunciato a collegarsi per ascoltare la sentenza.
Nel corso della requisitoria, il Pg Patti aveva detto: “L’accusa che si muove a Matteo Messina Denaro è di avere deliberato, insieme ad altri mafiosi regionali, che rivestivano uguale carica, le stragi. Quindi ci occupiamo di un mandante, non di un esecutore”.
Mentre la sua legale, l’avvocata Adriana Vella, al termine dell’ultima udienza aveva chiesto l’assoluzione per Messina Denaro perché il boss, secondo lei, ”non era ai vertici di Cosa nostra” del trapanese, quando fu deliberata la stagione stragista del 1992. E, quindi, ”non ha partecipato alle riunioni deliberative delle stragi”.
Insomma, ”non c’è prova” che il capomafia di Castelvetrano abbia dato ”la sua adesione al piano stragista”. Non solo.
”Non ha avuto alcun ruolo nelle stragi, non ha messo a disposizione auto, armi o esplosivo”, aveva ribadito, più volte, durante l’arringa difensiva, l’avvocato Vella, lo scorso 25 maggio prima di chiedere l’assoluzione per il capomafia.
Dal suo arresto finora il boss ha sempre disertato le udienze.
Nei giorni scorsi, dopo l’arringa difensiva, il capomafia aveva inviato alla sua legale d’ufficio, l’avvocata Adriana Vella, un telegramma per complimentarsi per il suo intervento in aula in Corte d’assise d’appello.
Nel telegramma Messina Denaro aveva chiesto alla Vella la disponibilità ad avere un colloquio telefonico che poi non si è svolto. Oggi la conferma dell’ergastolo.
L’avvocato Vella era stata nominata nella scorsa udienza, il 23 marzo, dalla presidente della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta, Maria Carmela Giannazzo, dopo che l’altro legale d’ufficio, l’avvocato Calogero Montante aveva presentato un certificato di malattia. E la volta precedente aveva rinunciato un altro legale, la nipote del boss mafioso, Lorenza Guttadauro.
“Avere la conferma dell’ergastolo per l’ultimo grande stragista per noi è motivo di grande soddisfazione. ha detto all’Adnkronos l’avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino. – Ancora una volta lo Stato italiano ha esercitato la sua potestà punitiva e noi non possiamo che essere soddisfatti del risultato. Con la sentenza di oggi, benché ancora non definitiva ma è un tassello importantissimo, la stagione corleonese può dirsi chiusa”.
Soddisfatto anche il Procuratore generale: “questa è una sentenza che armonizza totalmente con tutte le precedenti sentenze della stagione stragista – dice Patti – in particolare la sentenza di Firenze”.
L'articolo Ergastolo confermato in appello per Messina Denaro sulle stragi mafiose fra cui quella Borsellino sembra essere il primo su Secolo d'Italia.