Sul tennis oramai, e sullo sport in generale, oltre allo spettacolo e ai fan che guardano determinate discipline per il puro gusto di farlo, per passione, si è aggiunta una categoria che spesso e volentieri si fa sempre più morbosa: coloro che scommettono sulle partite per un determinato risultato. È chiaro che, finché il tutto rimane nell’ambito del gioco, e si tratta di una schedina, una scommessa che dir si voglia, così fatta per divertirsi, non c’è niente di male, in fondo ognuno è padrone della propria vita. Il problema è quando determinati soggetti, incuranti che il ragazzo o la ragazza (rimanendo in ambito tennistico) sul quale puntano siano persone esattamente come loro, superano il limite dell’educazione, e partono con insulti di ogni genere. Sia urlandoli dal vivo, sia, e succede molto più spesso, contattando sui social i diretti interessati, lanciandosi in offese che tutto sono fuorché un qualcosa di comprensibile.
E, per i ragazzi più giovani, che ora si affacciano nel mondo dello sport ad alti livelli, non sempre è facile sopportare e subire tutto ciò. Soprattutto senza poter in fondo fare chissà cosa, se non appelli, seri e anche con la voce rotta e a volte desolata, sui social. Questo è il caso di Francesco Maestrelli, n.241 al mondo, uno dei volti del futuro del nostro tennis. Il perugino, in un video pubblicato su Instagram da Tennis Backstage, appare intento a leggere tutti gli insulti, le offese a lui e familiari e minacce che gli pervengono quando perde un match. Ed infine, con il volto di chi sa che qualcosa deve essere messa a punto, lancia un appello, sia a chi lo insulta sia a chi semplicemente ascolta: “Questo è tutto quello che mi arriva ogni volta che perdo una partita da delle persone che probabilmente non sanno chi sono, come sono fatto e tantomeno come gioco a tennis. Che periodicamente scommettono sui risultati delle mie partite e si permettono di scrivermi tutto questo soltanto perché non hanno vinto la loro scommessa. Io spero tanto che le cose cambino. Anche noi siamo delle persone in fondo, oltre ad essere degli sportivi“.
Parole decise, direttamente dal cuore, quelle pronunciate da un ragazzo che ha da poco compiuto 20 anni, e che deve subire tutte queste offese per colpe che non ha, come se fosse contento di perdere i propri incontri. L’appello di Maestrelli serve a risvegliare il buonsenso nelle persone, è quello il massimo che può fare, e che soprattutto spera di ottenere. Consapevole che, al giorno d’oggi, chi lo sport lo vede per quel che è, un gioco, un’occasione di vita per crescere e tessere relazioni, per inseguire sogni, e non uno squallido modo di gonfiarsi le tasche, è una parte sempre più minoritaria. Ma il coraggio di dire le cose come stanno…quello non è da tutti, e merita applausi. Bravo, Francesco!