Pd in confusione e sinistre divise sull’utero in affitto, argomento scivoloso per il partito di Elly Schlein, che conferma l’ambiguità delle settimane scorse.
A scoperchiare l’imbarazzo della sinistra è stato l’approdo alla Camera della proposta di legge, a prima firma Carolina Varchi di Fratelli d’Italia. Per rendere la maternità surrogata reato universale. Una battaglia che vede unita la maggioranza di governo, che lavora per portare avanti il risultato prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. La pratica in Italia è già vietata, ma con la stretta del centrodestra diventa perseguibile anche se fatta all’estero.
La spaccatura interna al centrosinistra è emersa platealmente ieri nell’aula di Montecitorio. Che ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità della proposta di legge. E ha rimandato il voto su emendamenti e merito al 25 luglio. A mandare in tilt il Nazareno un emendamento di +Europa a firma Riccardo Magi. Che mira a dare il via libera alla maternità surrogata ma in “forma solidale”. Praticamente gratuita. Una formula ambigua e bislacca per legittimare l’utero in affitto. Che cosa fare?
La mossa di Magi ha mandato in tilt la delegazione del Pd. Tanto che nella nottata tra lunedì è martedì parlamentari e direzione dem hanno improvvisato una riunione sofferta in collegamento da remoto con la Schlein impegnata a Strasburgo. Risultato della crisi di nervi collettiva: l’astensione. L’unica posizione comune è il no al reato universale. Ma sull’emendamento di + Europa regna il caos. E tanto nervosismo e imbarazzo.
Contrarissimo Stefano Lepri che si aspettava un no convinto alla maternità solidale. “Questa pratica non esiste — spiega il dem Stefano Lepri — e ce l’ha spiegato lo stesso Vendola qualche mese fa. Raccontando come avesse “rimborsato” la sua gestante per un anno di mancato lavoro. Non è un rimborso, ma un corrispettivo economico”. La scelta di astenersi lascia con l’amaro in bocca molti esponenti del Pd. Colti di sorpresa dall’annuncio dalla scelta di non scegliere, “soprattutto alla luce della promessa di Schlein di non cambiare la legge 40”.
Per il momento il lodo Magi non è passato. Ma la scelta di non scegliere infuoca il dibattito interno, come dimostra la discussione accesa che è rimbalzata sulle chat dei parlamentari nella nottata nera e nella mattinata seguente. “Magi sotto forma di emendamento ha presentato una proposta di legge inaccettabile. Il Pd non insegue bandierine”, dice il deputato pd Federico Fornaro.
Neppure dentro Alleanza verdi e sinistra c’è unanimità, anche Bonelli e Fratoiani optano per libertà di voto, visto che tra i Verdi c’è chi è contrario. E così è anche nel Terzo polo e nel M5S. Tra le più contrarie una indignata Virginia Raggi (“È una pratica aberrante che mercifica il corpo delle donne”). L’ex premier Matteo Renzi, invece, ha dato ai suoi libertà di voto anche sul reato universale, l’unico a compattare le opposizioni. Il prossimo 25 luglio si annuncia una giornata nera per il Pd e il centrosinistra in ordine sparso. Ben diverso l’umore sull’altra metà del campo. “Procediamo spediti verso l’approvazione”, dice soddisfatta Carolina Varchi.
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