GORIZIA L’acqua dell’Isonzo e, a caduta, del canale de’ Dottori, da Sagrado fino allo sbocco in mare a Monfalcone, resta a dir poco torbida. E rischia di tornare a esserlo, se l’allerta meteo per forti temporali scattata anche in Slovenia nella tarda mattinata di ieri, oltre che in tutto il Friuli Venezia Giulia, sarà confermata.
L’eccezionale ondata di maltempo che nelle prime ore di giovedì scorso ha provocato danni ingenti in regione, ma soprattutto a causa delle forti raffiche di vento, in Slovenia si è tradotta invece in alcune zone in precipitazioni talmente violente da provocare il veloce innalzamento dei corsi d’acqua.
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Il Cerknica, un corso d’acqua a carattere torrentizio, affluente dell’Idrijca, a sua volta affluente di destra dell’Isonzo, è esondato, invadendo il paese omonimo (posizionato a nord est di Tolmino), che attraversa. Nelle immagini riprese da alcuni residenti, si vede il torrente ingrossato, e di un color caffelatte, scorrere con violenza e poi il centro invaso dall’acqua in corsa.
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La portata del torrente è passata del resto in poche ore da una portata di 1 metro cubo al secondo a una di 102 metri cubi al secondo, picco massimo toccato alle 19 di giovedì della scorsa settimana. A fronte di una portata che nei giorni antecedenti al maltempo non si era discostata in media dal primo valore, il Cerknica è ritornato a una sostanziale normalità solo due giorni dopo. È soprattutto la mole di materiali fangosi che ha trascinato con sé a emergere dalle immagini che arrivano dalla Slovenia.
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La causa dell’anomala colorazione “grigio marrone” delle acque dell’Isonzo, che da venerdì scorso sono risultate anche particolarmente torbide, potrebbe quindi dipendere da un fenomeno naturale, seppur estremo, e non da operazioni di svaso effettuate in bacini del territorio sloveno, come avvenuto nel 2018.
La certezza sulle cause del fenomeno, osservato lungo tutto il corso italiano del fiume e lungo la derivazione del canale de’ Dottori, la darà comunque solo l’esito degli accertamenti in corso da parte di Arpa Fvg. Il Dipartimento di Gorizia dell’Agenzia regionale protezione ambiente ha effettuato lunedì mattina il prelievo di un campione di acque superficiali in località Piuma a Gorizia, per le analisi di laboratorio che definiranno quali siano le sostanze presenti nelle acque, provenienti da un’area segnata nei secoli dall’estrazione di rocce contenenti mercurio.
La presenza di materiale fine in sospensione non ha in ogni caso creato problemi al funzionamento degli impianti di pompaggio del Consorzio di bonifica della Venezia Giulia. «Gli impianti sono dimensionati per l’impiego dell’acqua proveniente dal fiume – spiega il direttore del Consorzio di bonifica, Daniele Luis – e quindi riusciamo a gestire la presenza di sedimenti».
La richiesta di acqua per l’irrigazione è stata inoltre in questi giorni ancora molto contenuta grazie proprio alle precipitazioni che si sono verificate mercoledì e giovedì della scorsa settimana. «La sofferenza per ora è minima, anche se abbiamo ridotto un po’ la derivazione idroelettrica lungo il de’ Dottori, d’intesa con il gestore delle centraline», aggiunge il direttore del Consorzio di bonifica, confermando come venerdì scorso, nella giornata in cui si è presentato il fenomeno di intorbidimento dell’acqua dell’Isonzo, la portata ha toccato un picco di 200 metri cubi al secondo. «C’è stato quindi un rilascio da parte slovena, che pensavamo fosse collegato a interventi di manutenzione – prosegue Luis –, ma potrebbe essere dovuto anche a un sovraccarico idrico legato a precipitazioni importanti».
Non è comunque la prima volta comunque che il fenomeno si presenta. Intanto ci si prepara a una nuova ondata di forti temporali, sia in territorio sloveno, dove la scorsa settimana si sono verificate anche violente grandinate, pure nella zona di Merna, sia in quello Isontino e del resto della regione, dove si stanno ancora contando i danni provocati giovedì scorso da una perturbazione capace di coprire 1.000 chilometri in soli 12 ore, provocando quindi raffiche di vento di estrema intensità.