GRAVELLONA
Gravellona torna ad avere il problema del medico. Nel senso che rischia di rimanere senza. Era successo già tre anni fa, quando Sabrina Cenghialta decise di trasferirsi a Cassolnovo, Comune dello stesso ambito socio-sanitario, e per un po' si tamponò con i sostituti. Poi arrivò Maria Vilar Palop, fresca di nomina, dottoressa di origine spagnola, che decise di prendere un ambulatorio sia a Cassolnovo che a Gravellona. Ora deve abbandonare l'attuale ambulatorio gravellonese in via XX Settembre e cerca un'altra sistemazione, perchè anche i medici al giorno d'oggi hanno problemi con gli uffici in affitto. Specialmente se il mutuati in paese sono pochi e si rischia di aprire un ambulatorio per pochi pazienti, che però hanno diritto come gli altri di avere un medico .
IL CASO IN CONSIGLIO
Per questo i consiglieri di minoranza hanno portato il caso in consiglio comunale, chiedendo al sindaco cosa intenda fare. «Abbiamo presente - dice il primo cittadino Luciano Garza - la questione e a tal proposito ci stiamo muovendo. L'ideale sarebbe trovare un ambulatorio per i medici di ambito che possa avere prezzi abbordabili. Ci rendiamo conto che la dottoressa ha pochi mutuati a Gravellona e quindi per lei non è certo conveniente affittare uno studio, ma allo stesso tempo ci siamo attivati per trovare una soluzione». In un primo tempo si era pensato di mettere a disposizione o uno spazio comunale oppure dare un contributo alle spese, ma non sembra così semplice.
Il medico di base, infatti, è pur sempre un libero professionista, per quanto sia anomalo, perché il suo unico committente è lo Stato. Secondo il sindaco, dare contributi a un privato in regime di mercato per il Comune è legalmente impossibile.
«Stiamo pensando - continua il sindaco - di mettere a disposizione uno spazio per tutti i medici d'ambito (Gravellona, Cassolnovo e Cilavegna. ndr) anche perché Gravellona ha bisogno di una presenza in paese. Adesso ci si arrangia con il servizio Auser, ma non è sufficiente. Il nostro paese ha un'utenza con un'età media alta e spesso non ha l'automobile, ma abbiamo anche molte famiglie straniere con bambini che non hanno la possibilità di spostarsi. Per questo ci stiamo attivando per risolvere il problema del medico». —
andrea ballone