La propensione agli acquisti non cala, nonostante inflazione e incertezze. Dopo 15 anni di espansione rallenta la corsa della grande distribuzione
UDINE. La fotografia dell’andamento economico, fino a oggi, giornata in cui si chiude il primo semestre del 2023, è positiva, per l’Italia e ancora di più per il Friuli Venezia Giulia.
Lo certifica anche l’ultima doppia ricerca di Format Research e di Ires, presentata ieri nella sede di Confcommercio Udine nel corso di un incontro promosso dall’Ente bilaterale del terziario.
Quattro i capisaldi: da giugno ad agosto 2023 nel commercio, turismo e servizi del Friuli Venezia Giulia sono previste quasi 20 mila assunzioni, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2022.
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La fiducia dei consumatori non è stata indebolita più di tanto da inflazione e rincari dell’energia, visto che una famiglia su sei è pronta a investire sulla casa. Interessante poi il quadro riguardante i consumi per le spese quotidiane: la regione è seconda in Italia, subito dopo la Valle d’Aosta, per quanto riguarda i centri commerciali, ma sembra che dopo 15 anni di continuo sviluppo, la dinamica espansiva della Gdo si sia fermata.
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Infine prendono sempre più piede gli acquisti online, effettuati da 6 friulani su 10. E anche tante imprese, ormai, per i loro commerci di materiali o di prodotti alimentari, si affidano a Internet.
La frenata degli ipermercati
Tra il 2020 e il 2022 in Friuli Venezia Giulia si è interrotta una lunga fase di crescita della grande distribuzione organizzata, partita nel biennio 2006-2007; gli ultimi anni hanno infatti registrato una leggera flessione delle superfici di vendita (-1,2%) in rapporto alla popolazione. «Ma c’è da evidenziare - ha detto il ricercatore Alessandro Russo dell’Ires - che anche i residenti sono nel frattempo diminuiti».
La nostra regione rimane comunque al vertice in Italia per rapporto tra superfici di vendita e popolazione residente. Dopo la Valle d’Aosta, al primo posto con 914 mq ogni mille abitanti, si trova infatti il Fvg con 781 mq, mentre la media italiana è pari a 436.
Le province di Gorizia (con 913 mq per 1.000 abitanti) e Udine (903) risultano al secondo e terzo posto dopo quella di Aosta. Pordenone è decima (con 680 mq), mentre Trieste (con 562 mq) si colloca molto più in basso nella graduatoria, ma in ogni caso sopra la media nazionale. A fronte di un’incidenza complessiva delle superfici di vendita regionali pari al 3,6% sul totale nazionale, le grandi superfici specializzate (tessile, abbigliamento, mobili, arredo, ferramenta, bricolage, calzature, attrezzature per il campeggio, elettrodomestici e altro ancora) pesano per quasi il 6% (oltre 336.000 mq su quasi 5,8 milioni).
L’ambito di specializzazione più significativo è quello del tessile e abbigliamento (circa 112.000 mq, pari all’11,9% del totale italiano).
La crescita dell’online
Un fenomeno in sensibile crescita negli ultimi anni è quello dell’e-commerce, che ha profondamente mutato le abitudini dei consumatori e che ha mostrato un’accelerazione durante la pandemia. La percentuale di persone (tra 16 e 74 anni) che hanno acquistato beni e servizi online in Friuli Venezia Giulia è tra le più alte in Italia: nel 2022 si è attestata al 57%, contro il 49% nazionale e al 68% dell’Unione europea.
Nel decennio 2012-2022 è decisamente aumentata anche la quota di imprese (con almeno 10 addetti, escluso il settore finanziario e assicurativo) che vendono beni e servizi online. In regione è più che triplicata (dal 5% al 19%), in linea con l’andamento nazionale. «Ormai nessun negozio può prescindere da una vetrina online - ha affermato il ricercatore Pierluigi Ascani -, nessuno può pensare di avere successo oggi se non è presente sui social o sul web, addirittura rischia di perdere pure i propri clienti storici. E i colossi internazionali come Amazon non danneggiano il dettagliante, perchè se il commerciante lo desidera può entrare nel circuito Amazon, con un vantaggio in fatto di logistica e consegne. Quindi il commercio elettronico è un’opportunità fondamentale per gli imprenditori».
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Assunzioni e occupazione
Nel trimestre giugno-agosto 2023 sono previste 28.500 assunzioni a livello regionale, di cui il 68% nei servizi (19.360), il resto nel comparto industriale. Il dato relativo al terziario è superiore alle stime formulate dalle imprese nello stesso periodo dello scorso anno (da 19.030 a 19.360, +1,7%).
A giugno gran parte delle assunzioni (4.020) sono state effettuate nelle attività turistiche e commerciali. Le figure maggiormente ricercate sono: gli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (2.250 entrate previste) e gli addetti alle vendite (850).
Nel 2021 il settore dei servizi in regione aveva già quasi completamente recuperato i livelli di occupazione pre-pandemia; il 2022 ha segnato una nuova variazione positiva del numero di lavoratori impiegati. —