TRIESTE. La musica “pop” invade coraggiosamente la fine del Settecento, in un inno alla creatività femminile, nel film “Gloria!”, esordio alla regia di Margherita Vicario, classe 1988, poliedrica cantautrice e attrice. Nel 2014 il suo primo spettacolo concerto è stato “Lem lem - Liberi Esperimenti Musicali”. Ha collaborato con artisti come Francesco Guccini, Vinicio Capossela, Lo Stato Sociale e La Rappresentante di Lista. Accanto alla carriera musicale ha recitato in serie televisive, come “I Cesaroni” e al cinema, diretta anche da Woody Allen e Lamberto Bava. Dietro la macchina da presa ha esordito una decina di anni fa, con il corto, di genere musical, “Se riesco parto”. E di “Gloria!”, che vive comunque una trama ad alta densità musicale, sarà protagonista un pianoforte, nel suo sprigionare partiture avulse da suo tempo, ribelli, moderne e leggere.
Il film è stato girato in gran parte in Friuli Venezia Giulia e le riprese sono terminate in Svizzera il 16 giugno. Vicario ne ha firmato anche la sceneggiatura con Anita Rivaroli. Nei panni dell’antagonista, sacerdote e compositore, c’è Paolo Rossi, nel cast con Elio di “Elio e le storie tese”, Natalino Balasso, Veronica Lucchesi dei “La Rappresentante di Lista”, Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Maria Vittoria Dallasta, Sara Mafodda, Anita Kravos, Vincenzo Crea e Jasmin Mattei. E’ una produzione italo-svizzera, di Tempesta con Rai Cinema e Tellfilm, con il sostegno di Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, e della Friuli Venezia Giulia Film Commission - PromoTurismoFVG, e con il supporto del Federal Office of Culture e della Ticino Film Commission. Il film stato girato tra Cervignano, Gorizia, la Laguna di Grado e Udine. Tra le location c’è anche una villa del Settecento a San Vito al Torre. E della regione sono anche un coro femminile e le orchestrali. Numerose le comparse coinvolte nella grande cura dei costumi storici e dettagli.
Da poco messo via il ciak, la regista parla con entusiasmo della sua opera prima.
“Gloria!” va incastonarsi sugli sgoccioli del travagliato XVIII secolo.
«Erano già soffiati i venti della Rivoluzione – sottolinea Margherita Vicario - e i francesi, con la campagna d’Italia, erano arrivati ad occupare lo Stato Pontificio, motivo per cui la nomina del nuovo papa si svolse a Venezia. Ma in una contestualizzazione storica molto accurata, in cui riecheggia un’epoca decadente della Repubblica di Venezia, il cuore della vicenda è più simbolico, libero e personale, anche se sboccia nell’allora consuetudine degli istituti di accoglienza religiosa di educare le fanciulle orfane alla musica. E sul filo della verosimiglianza il sottotitolo del film potrebbe essere “Ispirato a una storia che forse è successa, ma non lo sapremo mai”.
Teresa è un’orfana “semplice”, cioè non fa nemmeno parte delle gerarchie del coro e dell’orchestra.
«No, eppure, con il suo talento autodidatta, libero e visionario, sfida i polverosi catafalchi dell’Ancien Régime e diventa la trascinatrice verso “il nuovo”, attraverso la musica, con il suo gruppetto di cinque musiciste ribelli, in un film che è molto corale, ricco di sfumature, alcune anche tragiche e grottesche».
E in cui gli attori comici non fanno i comici.
«Il personaggio di Paolo Rossi nel nostro immaginario collegio riveste il ruolo che fu, realmente, del compositore Antonio Vivaldi, come maestro di violino, al veneziano Pio Ospedale della Pietà. Erano altri tempi quelli però, Vivaldi morì infatti mezzo secolo prima. E il nostro responsabile della produzione musicale dell’istituto soffre invece del confronto con la gloria altrui, passata, vivendo lui un contesto molto più decadente. E mentre campa del suo lavoro più che seguire una reale vocazione religiosa, riversa le sue frustrazioni sul collegio. Elio, per contro, interpreta un ruolo caratterizzato da una grande umanità».
Il film uscirà nel 2024 e nel frattempo sarà impegnata sul fronte della musica.
«Con il mio “Showtime tour”, un live concert, in tutta Italia, che prenderà il via il prossimo autunno, da Roma, dal mio nuovo singolo “Ave Maria”, traccia pop sovversiva prodotta da Dade, analisi del femminismo contemporaneo in chiave ironica e analitica. E “Showtime” è anche una serie di podcast. La prima puntata, “Amorevolmente incazzate”, ha visto ospite la scrittrice e attivista Carlotta Vagnoli».
Suo padre, Francesco, è regista di fiction televisive, suo nonno Mario, regista cinematografico, è stato fondatore della Atlantica Film e sua nonna era l’attrice Rossana Podestà. In cosa l’ha ispirata la sua famiglia?
«Con loro ho respirato il coraggio necessario per portare avanti le proprie passioni, studiando molto, facendo ricerche, e perseverando negli obiettivi. Ho avuto in particolare un legame forte con entrambe le nonne. Dalla nonna paterna, che ha un certo punto si è innamorata di un alpinista ed esploratore (Walter Bonatti, ndr), ha girato il mondo con lui e ha cambiato totalmente la sua vita, ho imparando anche che si può sempre ricominciare.