IVREA. Gli elementi sul tavolo, ora, ci sono tutti. E quindi non ci sono più alibi per non rispettare i nuovi tempi dati dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi per la localizzazione del nuovo ospedale di Ivrea, entro fine luglio. L’incontro di Icardi con la rappresentanza dei sindaci dell’Asl/To4 allargata ha messo due punti fermi. Il primo: i siti ex Montefibre di Ivrea e casello autostradale di Pavone sono equivalenti. Icardi ha sottolineato che l’approfondimento voluto dalla Regione ha eliminato dal tavolo le critiche su Montefibre: accessibilità e dimensioni del sito. Icardi ha messo sul piatto anche il casello autostradale di San Bernardo di Ivrea (se ne parla anche di questo da decenni) che risolve il problema dell’accessibilità al sito per chi non è dell’area dell’eporediese a est di Ivrea. E ha sottolineato che servono 44mila metri quadrati e quindi Montefibre è sufficientemente ampia. In più, ha chiesto agli amministratori della rappresentanza di esprimersi e Ciriè, Chivasso, Lanzo e Settimo Torinese hanno sottolineato il sito di Ivrea.
Il territorio, nei fatti, resta spaccato. Il percorso decisionale, secondo quanto è stato compreso da chi era presente all’incontro, prevede una decisione con un atto di giunta che sarà proposto al consiglio regionale. In sostanza: dovrà esserci una forte assunzione di responsabilità e le carte di chi, in questi anni, ha rimescolato più volte per scaricare divisioni e liti sui territori, a un certo punto dovrebbero scoprirsi. Nessuno tra gli amministratori del territorio interessato dalla decisione vuole ripiombare nelle liti. La spaccatura tra chi vuole Ivrea (Ivrea ed eporediese est) e Pavone (Eporediese ovest e Alto Canavese) è evidente, ma nessuno vuole più litigare. «Deve decidere la Regione, è una sua competenza, i sindaci si sono già espressi in tutti i modi», è la sintesi.
Ma le posizioni? Mauro Fava, consigliere regionale di Forza Italia, è tra i sostenitori dell’area di Pavone. «Non ne faccio un mistero - dice - mi sono sempre espresso con chiarezza sottolineando che l’accessibilità a una struttura sanitaria così importante, per chi viene dall’Alto Canavese e dalle Valli, è fondamentale. Io sono della Val Soana e vivo a Cuorgnè e so bene di cosa parlo». Fava sottolinea: «Partiamo dall’assunto che Ivrea ha bisogno di un nuovo ospedale e non si può più procrastinare l’inizio del percorso. L’assessorato ha lavorato su due aree e ci sono gli elementi per decidere. Non va chiesto ai territori di prendere questa decisione. È chiaro che ciascun territorio vuole i servizi a portata di mano, ci mancherebbe. Qui è una cosa diversa. È una scelta strategica perché si parla di servizi sul territorio. Io ritengo che l’area del casello autostradale a Pavone sia migliore perché non cambia nulla per Ivrea in quanto è vicinissima lo stesso mentre cambia molto per l’Alto Canavese. Da giovedì sera, quando si è saputo l’esito della riunione in Regione, il mio telefonino continua a squillare. Io mi considero un uomo del territorio, che lavora per unire e non per dividere. Ho la mia idea e su questo non la cambierò. Ciascuno di noi si assumerà le sue responsabilità».