Dopo la fuga in auto, incurante dell’uomo esanime a terra, l’arresto, e ora il processo con il verdetto. Ha patteggiato il 21 giugno in tribunale a Mantova una pena di due anni Antonio Nigro, il 60enne di Cosenza residente in Svizzera che la sera della Vigilia di Natale travolse e uccise Andrea Lodi Rizzini, cuoco 43enne di Cogozzo. Nigro, fuggito subito dopo l’incidente sul ponte tra Viadana e Boretto, fu identificato e arrestato cinque giorni dopo dai carabinieri di Viadana con le accuse di omicidio stradale e omissione di soccorso.
A lui i carabinieri erano arrivati grazie all’identificazione della sua auto, una Bmw serie 1 di colore bianco, un vecchio modello del 2012, con targa svizzera. La sera della Vigilia era stata ripresa dalle telecamere mentre attraversava il ponte tra Viadana a Boretto. I militari avevano eseguito controlli su tutte le carrozzerie della zona e di fuori provincia dopo aver ritrovato sul luogo dell’omicidio stradale alcuni pezzi di carrozzeria. Mentre cadevano nel vuoto gli appelli affinché il pirata si costituisse, con l’aiuto dei video delle telecamere di sorveglianza e una ricerca compiuta cortile per cortile, alla fine avevano trovato l’auto parcheggiata in un’area di sosta pubblica.
Avevano capito che era l’auto investitrice perché mancava proprio dei pezzi trovati sulla strada. Quindi, l’identificazione, l’arresto e il carcere, dopo l’interrogatorio del Pm Michela Gregorelli, ieri presente all’udienza davanti al Gup Antonio Serra Cassano.
Nigro, residente in Svizzera, era venuto a trascorrere le vacanze di Natale insieme ai parenti che vivono a Viadana e a Brescello. L’uomo alloggiava in un albergo a Viadana: quando è accaduto l’incidente stava tornando dalla cena della Vigilia con i famigliari. Dagli accertamenti era emerso che viaggiava ad una velocità molto superiore al limite dei 50 orari imposti in quel tratto di strada.
Lodi Rizzini era stato investito mentre camminava dopo aver abbandonato la sua bicicletta elettrica con la ruota posteriore bucata contro una recinzione.
Un urto violentissimo che lo aveva scaraventato in un fossato a parecchi metri di distanza. L’autopsia aveva riscontrato una lesione mortale al collo e altri traumi interni che non gli avevano lasciato scampo. Il corpo era stato trovato il giorno successivo, Natale, in una scarpata, alla fine del ponte sul Po. Andrea viveva da pochi mesi a Cogozzo, dove si era trasferito da Viadana con il padre dopo la morte della madre e di un fratello.