Ultime notizie Riforma pensioni 2024: cosa potrebbe prevedere? Le ultime notizie (aggiornamento 15 Giugno)
Riforma pensioni 2024: dovrebbe essere uno dei capitoli più corposi della prossima Legge di Bilancio. Riforma pensioni 2024: a partire dall’autunno Governo Meloni chiamato a riattivare il ragionamento sul capitolo previdenziale che potrebbe essere uno dei più corposi della prossima Legge di Bilancio. A parte le modalità tradizionali – pensione di vecchiaia e pensione anticipata – esecutivo chiamato a sciogliere le riserve su Opzione Donna, Ape Sociale e Quota 103. Le ultime notizie sul tema.
Riforma pensioni 2024: l’anno prossimo si potrà sicuramente uscire dal lavoro con 67 anni di età oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne sfruttando la pensione anticipata. Oltre a queste certezze rimangono da sciogliere i nodi sul futuro delle 3 forme di pre-pensionamento attualmente in vigore: Opzione donna, Ape sociale e Quota 103. Tutte e tre le modalità sono in scadenza al 31 dicembre 2023.
Allo stesso modo, per nessuna si può definire con certezza il futuro in questo momento. Chiaramente spetterà al Governo Meloni indicarlo: con tutta probabilità già durante le concertazioni volte alla redazione della prossima Legge di Bilancio: dunque in autunno, in corrispondenza con la diffusione del Nadef, la nota al Def, il Documento di Economia e Finanza in cui si dettano le spese dello Stato, ci si può attendere qualche dettaglio in più sul tema.
Riforma pensioni 2024: tuttavia, si possono fare alcune considerazioni con un certo margine di sicurezza. Innanzitutto, non dovrebbero esserci problemi per la conferma di Ape sociale: si tratta di una modalità di pre-pensionamento che si rivolge a una ristretta platea di lavoratori (fragili, disoccupati da tempo, con almeno 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi a seconda della categoria di appartenenza) che potrebbe anche essere resa strutturale (di fatto già lo è visto che viene rinnovata ormai da anni a prescindere dal colore dei governi).
Invece, pare essere sempre più appeso a un filo il destino di Opzione donna: soprattutto area Lega si spinge per una sua eliminazione completa, attualmente è in vigore soltanto per pochissime lavoratrici (60 anni, 35 anni di contributi, invalide, caregiver o licenziate/dipendenti di aziende in fallimento). Infine, il nodo che riguarda la più ampia platea di lavoratori, quello che riguarda il rinnovo di Quota 103: anche qui, in attesa di maggiori risorse per introdurre Quota 41, si dovrebbe procedere a un rinnovo annuale. Nelle prossime settimane notizie importanti dovrebbero arrivare a margine di un confronto programmato sulla questione tra governo e sindacati.
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