Esce dal carcere di Padova in permesso premio e quindi grazie al tribunale di Sorveglianza. Ma non rientra il giorno successivo e viene trovato dopo tre giorni dalla Polizia penitenziaria a Senigallia (Ancona) in bicicletta, con 10 mila euro in tasca e con l’idea di imbarcarsi in un traghetto e fuggire, non si sa verso dove. Quindi viene riportato al Due Palazzi e una denuncia dopo l’indagine lampo del pm Andrea Zito.
Lui è Giuseppe D'Assaro, 61 anni, detenuto al Due Palazzi dal 2007 da quando si è consegnato ai carabinieri di Mazara del Vallo (Trapani) accusandosi per la morte violenta di Sabine Maccarrone. Di mezzo c'era un traffico di droga e la camorra. Da allora è in carcere, e inizialmente D'Assaro ha collaborato con la giustizia anche sul rapimento nel 2004 della piccola Denise Pipitone, che tanto clamore ha fatto nella cittadina marinara. D'Assaro è l'ex marito della zia di Denise, Rosalba Pulizzi. Le sue indicazioni però non hanno portato a trovare la ragazza.
Sabato scorso il detenuto, che lavora ad un call center gestito dalla cooperativa Giotto ha chiesto di poter sfruttare un permesso premio che gli spettava per la buona condotta per andare al Santo in occasione delle celebrazioni per la festività.
E in basilica c’è pure andato, assieme ad una sorella, accompagnato da un volontario di una delle associazioni che seguono i detenuti. Ma domenica mattina è sparito: il permesso era di tre giorni ma lui doveva sempre essere a disposizione dell’associazione. Quindi è scattato l’allarme. Dopo ricerche non facili mercoledì è stato fermato a Senigallia, nella zona del porto. Da qui il sospetto che avesse in programma di fuggire.
Il primo omicidio D'Assaro lo ha commesso nel giugno 1985, uccise a colpi di bastone Antonio Signorelli, 75 anni. Dopo l'arresto ammise di averlo ucciso in un tentativo di rapina per sole 100 mila lire.
Venne arrestato dopo una settimana perché fermato durante una seconda rapina ai danni di due donne. Per la morte di Signorelli, D'Assaro venne condannato e uscì dal carcere definitivamente alla fine del 2005. Proprio su questa sua permanenza in carcere il legale dell'ex moglie Rosalba Pulizzi, avrebbe giudicato «infondate le dichiarazioni del pentito sul rapimento di Denise».
Ma durante il suo soggiorno in carcere, D'Assaro avrebbe usufruito di diversi permessi per lasciare il carcere, in particolare negli ultimi mesi della sua detenzione, proprio nei giorni del rapimento che fece scalpore in tutta Italia.
Il nome di D'Assaro torna alla ribalta nel luglio 2007 quando si costituì ai carabinieri per l'omicidio di Sabine Maccarrone, 39 anni, una donna di origine elvetica trovata cadavere il 16 aprile in un pozzo in un terreno dello stesso D'Assaro nelle campagne che circondano Mazara del Vallo.
D'Assaro disse che Gianni Melluso, il pentito che accusò Enzo Tortora, era il mandante dell'omicidio della Maccarrone. Dopo il secondo arresto, lo zio di Denise decide però di collaborare con la giustizia: entra così nel programma dei collaboratori e inizia a fare rivelazioni importanti nell'ambito di un'inchiesta sul riciclaggio di denaro da parte della mafia e della camorra.
