FELTRE.
Due deroghe approvate all’unanimità in consiglio comunale hanno salvato il progetto della Provincia per rifare la sede dell’istituto tecnico Negrelli con il maxi stanziamento del Pnrr da 16 milioni (aumentabile del 10 per cento) assegnato a Palazzo Piloni. Il progetto ha rischiato infatti di inciampare in un pasticcio complicato con in mezzo un vincolo dimenticato, una procedura urbanistica rimasta a metà, un limite di altezza degli edifici sfuggito durante la progettazione. Ostacoli che avrebbero potuto far arenare tutto proprio ora che bisogna correre per rispettare i tempi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Pericolo scampato: martedì sera il consiglio comunale ha dichiarato all’unanimità l’interesse pubblico del progetto, autorizzando il rilascio del permesso a costruire anche se, in teoria, non si sarebbe potuto. In deroga, quindi.
Il nuovo Negrelli da 575 alunni e 7.252 metri quadri si potrà quindi fare, abbattendo quasi totalmente l’attuale scuola di proprietà della Provincia (solo una porzione rimarrà come testimonianza architettonica) e ricostruendola più solida ed efficiente.
Ma cosa è successo? L’assessore comunale all’urbanistica Andrea Bona una idea se l’è fatta: «Oltre duecento concorsi nazionali per altrettante scuole, fatti senza contatti con il territorio, norme che sfuggono, tempi strettissimi. Un meccanismo infernale».
Il problema
«L’anno scorso la Provincia ha presentato domanda al bando Pnrr che prevede la demolizione e la ricostruzione delle scuole senza accorgersi che il Negrelli era vincolato e non si poteva abbattere», sintetizza Bona, «poi ha chiesto alla Regione di togliere il vincolo ma la Regione si è accorta che il Comune non aveva completato l’iter per confermarlo o meno. Ed è sfuggito anche il limite di zona alle altezze degli edifici».
Un pasticcio di carte e normative, insomma, e sullo sfondo i tempi stretti del Pnrr che ha finanziato il bando Futura, 212 scuole da buttare giù e ricostruire in tutta Italia. Un bando che ha assegnato al Bellunese, con il progetto del Negrelli, il finanziamento Pnrr più corposo di tutto il Veneto.
A metterci una pezza è stato il consiglio comunale, approvando all’unanimità le due deroghe. «Ma se fosse stato un progetto privato», spiega Bona, «non sarebbe mai passato. E noi, che come attuale amministrazione non c’entravamo nulla, ci siamo assunti la responsabilità di sanare la situazione».
Il vincolo
Il vincolo dedicato alle “Architetture del Novecento” sul Negrelli, edificio degli anni Ottanta firmato dall’architetto Gino Valle, e su altre tre scuole di Feltre (il liceo classico Castaldi di Giancarlo De Carlo, sempre di proprietà della Provincia, e poi le elementari del Boscariz e l’asilo del Pasquer degli architetti Cappai e Mainardis, edifici di proprietà comunale) è piuttosto recente. La tutela è infatti inserita nel Prtc, il Piano territoriale regionale di coordinamento, approvato il 30 giugno 2020.
Il Comune ha recepito il vincolo inserendo le quattro scuole nella Carta dei vincoli e della pianificazione con la variante 29 del 2021 al Piano degli interventi, approvata in consiglio il 26 aprile 2022. Ma non è stato poi fatto un passaggio: l’analisi dettagliata dei fabbricati tutelati in base alle linee guida regionali del novembre 2021. «In sostanza, il Comune avrebbe dovuto dire se i vincoli erano da confermare o meno», sintetizza Bona.
Arriva il 2022 con il Pnrr e il bando Futura, la Provincia coglie al balzo l’opportunità di rifare la scuola del Boscariz che è la peggio messa del Bellunese dal punto di vista sismico, demolendola quasi completamente e ricostruendola.
Solo a inizio di quest’anno, però, ci si accorge del vincolo. Palazzo Piloni presenta il 12 gennaio 2023 una richiesta alla Regione, poi integrata il 20 marzo, per eliminare il vincolo dall’edificio. Il Comune fa la sua parte trasmettendo le carte in Regione il 17 febbraio.
Il 18 aprile, in Regione, si tiene la seduta di Valutazione tecnica regionale, la Vtr, e arriva la doccia fredda: il parere è “non favorevole”.
«La Regione ha ritenuto che il Comune non avesse compiuto correttamente la procedura di rimozione dei vincoli ed ha rimandato la palla a noi», ha spiegato martedì l’assessore Bona durante la seduta fiume del consiglio comunale.
L’unica possibilità? L’ha suggerita la Regione stessa: il Comune, a cui tocca rilasciare il permesso a costruire, mandi avanti il progetto in deroga. Impegnandosi comunque a fare alla svelta una variante al Piano degli interventi per definire il vincolo anche per le altre tre scuole.
Limiti di altezza
Ma non era finita lì. Il progetto riduce le dimensioni della scuola perché il Pnrr prevede che l’edificio venga dimensionato sul numero effettivo degli alunni e non sulle previsioni, per cui si perdono alcuni spazi. «Ma soprattutto alcune parti dell’edificio sono più alte dell'altezza massima di zona», ha relazionato Bona in consiglio. Gli edifici lì, dice il Piano degli interventi, non possono essere più alti di 10 metri e mezzo, mentre il progetto prevede alcune parti del nuovo Negrelli alte 11,80 metri. Anche per l’altezza, dunque, l’unica soluzione è stata la deroga.
«In commissione ho comunque fatto mettere a verbale dai progettisti che l’altezza non interferiva con le linee dell’alta tensione che attraversano l’area e che la scuola sarà anche fuori dal raggio di influenza del campo elettromagnetico», ha detto Bona, toccando un altro punto critico di un intervento che, martedì notte, è stato mandato avanti non senza qualche mal di pancia.