BELLUNO
Sessanta grammi di cocaina nello zaino del lavoro. Arrestato dalla polizia e portato nel carcere di Baldenich, ieri mattina il cittadino marocchino residente in Lombardia, Azzedine El Ghadfa è stato scarcerato dal giudice per le indagini preliminari Elisabetta Scolozzi.
Il pubblico ministero Alberto Primavera aveva chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, ma l’avvocato difensore Roberta Resenterra ha ottenuto il divieto di dimora in provincia di Belluno.
Una misura indolore, dal momento che il 45enne indagato abita altrove e lunedì scorso era in trasferta a Belluno solo per motivi di lavoro. Semplicemente non dovrà tornare da queste parti, se non per motivi legati al procedimento penale in corso.
Nel frattempo, ha risposto alle domande della magistratura, sostenendo che tutta quella coca era una provvista personale e non aveva alcuna intenzione di spacciarla al dettaglio, anche se tra il materiale sequestrato c’è anche un bilancio di precisione, che potrebbe far pensare ad altro e due telefoni cellulari che permetteranno agli investigatori di ricostruire i contatti.
All’inizio della settimana, El Ghadfa era a bordo del furgone della sua azienda. Il veicolo è uscito dall’autostrada A27 allo svincolo di Cadola ed era nel territorio comunale di Belluno, quando è stato fermato da una pattuglia della polizia. Durante quello che sembrava un normale controllo l’indagato si sarebbe innervosito e questo avrebbe permesso agli agenti di trovargli in una tasca una dose di cocaina. A quel punto, è scattata una perquisizione più approfondita, nella quale sono emersi in tutto 60 grammi, custoditi di una dozzina di pacchettini.
L’uomo ha spiegato di aver comprato la droga a Milano, spendendo 1.600 euro. Il quantitativo è senz’altro importante, ma gli sarebbe bastato per almeno due o tre mesi, in attesa del rifornimento successivo. Primavera non gli crede, ma intanto El Ghadfa ha potuto lasciare il carcere e tornare a casa da moglie e figli.