foto da Quotidiani locali
Lunga 60 centimetri, brizzolata, curata e dalla forma naturalmente perfetta, quasi a cuore, senza bisogno di essere toccata da alcun barbiere. È la barba di Fabrizio Bottos, 46 anni, di Azzano Decimo, che per la seconda volta consecutiva si è confermata la barba naturale più bella del mondo.
Bottos, soprannominato “Fabri barba”, ha vinto l’edizione 2023 del “World beard and mustache”,nella categoria più ambita, superando una cinquantina di concorrenti, dei quali altri quattro erano italiani. Il primo titolo lo aveva vinto nel 2019. Il “World beard and mustache” è il campionato del mondo di barba e baffi che si tiene dal 1990 ogni due anni in un Paese diverso.
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L’edizione del 2021 che si sarebbe dovuta svolgere in Nuova Zelanda è saltata a causa della pandemia. Dopo quattro anni da quel primo successo, a Burghausen, in Germania, Bottos ha fatto il bis. «I giudici hanno premiato colore, forma, impianto della barba – racconta –. Non credevo di vincere dal momento che, con gli anni, ho perso le belle striature grigie che avevo e oggi la barba comincia a tendere al bianco. Alla fine, però, mi sono reso conto che piace anche così».
Imprenditore contitolare della legatoria Alfa, Bottos ha sempre avuto peli sul viso e ha una compagna che di lavoro fa la barbiera e che condivide la sua passione. «Credo che questa mi derivi da mio padre – racconta – che ho sempre visto con la barba, anche se mai troppo lunga a differenza della mia. Dopo anni trascorsi con baffi o pizzetto, nel 2015 ho deciso di farmela crescere e da allora è diventata una parte di me, quasi come un braccio o una gamba, non me la faccio toccare da nessuno e me ne prendo cura io personalmente».
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Alla cura della barba Bottos dedica un’ora e 40 minuti in media al giorno, tra mattino e sera: ha imparato a usare oli naturali e vitamine e in particolare l’olio Tsubaki (di camelia) che in passato le geishe giapponesi usavano per ammorbidire i capelli e che il pordenonese, per evitare contraffazioni, si fa arrivare direttamente dal Giappone. È quindi molto più di un semplice vezzo, una passione che lo ha portato a rappresentare l’Italia a livello mondiale.