MONFALCONE Monfalcone accende i riflettori sulla nautica. Non si tratta soltanto di mantenere lo status quo, cioè 4 mila ormeggi, circa 1.500 tra addetti diretti e indiretti e 24 aziende attive. Alcune formato macro, come Beneteau, intenzionata peraltro ad allargarsi su nuove aree consortili, e altre micro, dislocate soprattutto tra canale EstOvest e Lisert, ma non solo. Si tratta invece di capitalizzare il dato sull’occupazione di posti barca – ch’è aumentato del 20%, a fronte di un tasso di densità misurabile sui 1.568 attracchi per chilometro, al vertice della classifica italiana – e di compiere un deciso passo in avanti sull’indirizzo del distretto. Perché Monfalcone «non molla», anzi vuole essere «capitale della nautica» in Regione, forte anche dell’«ingresso di due nuove realtà produttive», tra cui Alfa Yacht, multinazionale del settore luxury, attese entro l’anno. Questo per dirla in estrema sintesi, come l’ha detta ieri mattina all’ex Hannibal la sindaca Anna Cisint, a suggello della due ore di convegno sul progetto europeo Framesport, relatori tra gli altri Massimiliano Fedriga, direttamente da Boston in città, la vicepresidente della regione Istria Jessica Acquaviva, e Zeno D’Agostino, vertice dell’Autorità portuale.
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Non è sfuggito ai presenti l’assist del governatore: «La Regione vuole essere di supporto, abbiamo investito fondi importanti per la promozione turistica del territorio». E ancora: «Siamo pienamente allineati su questo asset di crescita». Soprattutto l’annuncio di Massimiliano Ciarrocchi, vicepresidente della Camera di commercio della Venezia Giulia sull’«affidamento a Uniontraporti di uno studio specialistico» per l’analisi dei dati del comparto a Monfalcone, inseriti nel più globale contesto del Friuli Venezia Giulia. Studio mirato ch’è stato poi, in prospettiva, il passo propedeutico pure per l’ottenimento della Zls, altro tratto saliente del territorio.
«Poi lo analizzeremo e vedremo come andare avanti», ha chiarito il braccio destro di Antonio Paoletti, ieri assente per sopraggiunti impegni. E che ci sia materia di sviluppo in città, al di là della crocieristica e della nuova stazione marittima attesa tra qualche anno nell’area della centrale termoelettrica come contropartita della sua riconversione a gas e (in parte) a idrogeno verde, è emerso anche al colpo di coda del convegno.
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Quando, nelle ultime battute, il referente di Beneteau Davide Zimanyi ha spiegato che il core business dell’azienda sarà ora incentrato sul Prestige, il nuovo catamarano a motore, e l’intenzione è di arrivare, nell’arco di un quinquennio da una produzione di 25 a 40 unità. Per questo lo stabilimento monfalconese dovrà allargarsi: «Serviranno nuovi metri quadrati per le rifilature e altre operazioni, pertanto si richiederanno nuove risorse umane: sarà fondamentale la collaborazione con gli enti formatori». Come lo Ial, ieri pure seduto tra le sedie color carta da zucchero del Marina Monfalcone. Del resto, se in 600, come testimoniato da Odilo Simonit, hanno risposto al corso di maestri d’ascia vuol dire che la richiesta c’è. Per professionalità che iniziano a scarseggiare: è il caso pure di velai o refitter e potrebbero aprire un ulteriore percorso di specializzazione.
Dunque l’economia blu, che a Monfalcone pesa altresì per il polo Fincantieri e Portorosega, è la scommessa sì dell’amministrazione, ma peculiarmente dei privati. Una rivincita della nautica che per ogni addetto diretto se ne trascina appresso altri 7,9 dell’indotto. Per un fatturato ingenerato in Italia di 7 miliardi di euro, stando alle stime di Confindustria.
«Cito Giorgetti: l’economia del mare deve diventare trainante in un Paese, come il nostro, che conta ben 11 frontiere marittime», ancora il governatore. E se un errore si è fatto in passato «è stato quello di concentrarsi sulle attività continentali». «Mentre i progetti, in tandem con la Croazia, valorizzano i piccoli porti – ha concluso Fedriga, rivendicando gli investimenti sul turismo e il brand “Io sono Fvg” –: creano un’offerta turistica integrata e transfrontaliera. Prima la gente lo sapeva che esisteva il Friuli Venezia Giulia? No, eravamo totalmente fuori dai radar. Il 2022 ci ha consegnato crescite superiori perfino all’anno record del 2019. Stiamo andando nella giusta direzione».