CHIVASSO. Processo Platinum Dia sulla locale di ’ndrangheta a Chivasso e Volpiano, 32 anni e cinque mesi complessivi di condanne richieste dal pubblico ministero Valerio Longi al termine di una requisitoria durata otto ore.
È stata una discussione fiume quella del sostituto procuratore della Dda che ieri all’udienza del processo Platinum Dia presso il tribunale di Ivrea ha ripercorso nel dettaglio ogni fase dell’indagine e del processo. Nel corso della requisitoria ha citato tutte le grandi inchieste che hanno riguardato il territorio canavesano, partendo da Minotauro fino alle più recenti, ha sottolineato il ruolo di Domenico Agresta come collaboratore di giustizia e la sua credibilità.
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Poi il ruolo dei fratelli Vazzana, citando anche la campagna elettorale di Nevio Coral (ex sindaco di Leinì condannato per associazione esterna) a Volpiano e ripercorrendo alcuni dei passaggi noti di Minotauro. Fino al ruolo avuto dall’ispettore di polizia municipale Paolo Busso, accusato di fornire informazioni e adoperarsi per togliere multe ai Vazzana. E poi i tanti luoghi degli incontri dai locali della zona, alle autofficine, con le numerosissime intercettazioni telefoniche e ambientali che costituiscono il cuore del processo. Longi a ripercorso così tutte le fasi dell’operazione che nel maggio del 2021 colpì la locale della ndrangheta di Volpiano che inquinava sia il tessuto politico che economico della zona.
Alla fine le richieste sono state pesanti per gli imputati: per Antonio Agresta, ha chiesto un anno in continuazione ad altri reati, Domenico Aspromonte, 7 anni e 9 mesi, Giuseppe Vazzana, 6 anni e otto mesi, Mario Vazzana, 8 anni e 5 mesi, Domenico Spagnolo, 6 anni e otto mesi e 1350 euro di sanzione, Paolo Busso, 1 anno e dieci mesi. Busso e Spagnolo non sono accusati di essere membri della ’ndrangheta.
I legali dei Comuni di Chivasso e Volpiano hanno chiesto risarcimenti complessivi per poco meno di 100mila euro. Entrambe le amministrazioni si erano costituite parti civili nel processo rappresentate dagli avvocati Andrea Castelnuovo (Chivasso) e Giulio Calosso (Volpiano). Calosso e Castelnuovo hanno avuto modo di esporre anche le posizioni delle parti civili nel corso dell’udienza di ieri.
«Ho rimarcato il ruolo dell’ispettore Busso di Volpiano accusato di abuso d’ufficio – ha dichiarato Calosso – i suoi favori e le informazioni che dava a Vazzana per il Comune hanno rappresentato un reato grave togliere le sanzioni o fornire dati su targhe ad un pregiudicato. Ho anche fatto richieste diversificate di risarcimento per ogni imputato per il danno causato al nostro Comune».
Il 23 giugno prossimo, data della prossima udienza, sarà invece la volta delle difese per l’arringa a favore degli imputati prima di arrivare alle repliche e alla sentenza. valerio grosso