foto da Quotidiani locali
Il Comune di Cittadella piazza una multa salatissima ad un bar del centro storico per musica fuori dall’orario consentito, ma la notifica avviene in ritardo e senza alcuna prova dell’accaduto. In primo grado l’ha spuntata il barista, ma il municipio guidato dal sindaco Luca Pierobon non si dà per vinto e ricorre in Corte d’Appello.
La querelle, quindi, continua nelle aule giudiziarie. Si trattava di una multa pesante: il titolare avrebbe dovuto versare alle casse municipali qualcosa come 4.013 euro. Ma in prima battuta il giudice ha dato ragione all’attività commerciale, con l’amministrazione della città murata soccombente e costretta a pagare poco più di 1.800 euro fra spese di giudizio e onorari.
I fatti risalgono all’estate scorsa, due le parti in campo: su un fronte il titolare del Masque, ex noto locale gestito fino a settembre del 2022 dal cittadellese Matteo Pierobon, e sull’altro Palazzo Mantegna. Gli avvocati dell’ex barista del centro, ovvero Carlo Maria Cavinato e Filippo Angonese, hanno ricostruito l’accaduto: «La sanzione elevata traeva la propria inammissibile giustificazione dal fatto – presunto e non provato – che il locale in questione avesse diffuso all’esterno dell’esercizio della musica oltre le ore 24, limite temporale massimo ed oltre il quale non è possibile promanare rumori in base all’ordinanza 85/2022 emessa dal sindaco di Cittadella a valere per le manifestazioni denominate “Notti Bianche”» .
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Di fronte alla contestazione, è stato chiesto al Tribunale di Padova di dichiararla nulla, inefficace e comunque illegittima. Due i motivi su cui si era fondata la battaglia legale: «L’atto sanzionatorio, redatto il 12 giugno 2022, è stato notificato fuori dal termine dei 90 giorni previsti dalle leggi» E poi, nel merito: «L’atto sanzionatorio è illegittimo in quanto frutto di travisamento dei fatti e le presunte emissioni sonore non sono state oggetto di rilevamento fonometrico».
Nell’ordinanza di Pierobon – che in questi giorni ne ha firmato un’altra per arginare il caos durante l’estate – si prevedeva «una mera riduzione dell’intensità del volume dalle 24 del 10 giugno 2022». Conclusione: il giudice aveva accolto le istanze e annullato il verbale della polizia locale. L’amministrazione comunale è stata quindi condannata a versare agli avvocati le spese di giudizio. Il Comune – perso il primo round – ha però deciso di giocare le sue carte davanti alla Corte d’Appello: il braccio di ferro continua.