MORARO Il piacere di ritrovare il paese del suo passato calcistico e di riabbracciare i vecchi compagni di squadra e il suo allenatore a distanza di 46 anni. Sono queste le bellissime sensazioni ed emozioni provate da Eliano Scatena di Capistrello in provincia de L’Aquila, ritornato in questi giorni a Moraro per festeggiare i 100 anni del Moraro Footbal Club.
Eliano oggi ha 71 anni e nelle file delle zebrette moraresi aveva giocato nella lontana stagione 1976-77 ed è ricordato ancora oggi come uno dei migliori giocatori che il club bianconero può vantare nella sua lunga storia.
Nel 1976 il bianconero Remo Battistin, allora militare a Cormons nella caserma “Amadio”, contattò i dirigenti del Moraro che stavano cercando giocatori da inserire in rosa e disse loro che in caserma, in servizio di leva, c’era un ragazzo che occorreva prendere subito.
Il calciatore in questione era un abruzzese, un tale Eliano Scatena, classe 1952. Grazie anche ai buoni uffici del tenente Beppe De Trizio, quel soldato potè quindi indossare la maglia del Moraro. Il suo si dimostrò un grande acquisto sia dal punto di vista calcistico, sia dal punto di vista umano. Eliano era un centrocampista di bassa statura, dai polmoni inesauribili e dai piedi buoni, ma conquisto tutti anche per cuore e simpatia.
Fu una sola, ma indimenticabile stagione. Eliano alla fine dell’anno di leva tornò in Abruzzo e continuò a giocare nell’Avezzano in serie D, nel Tagliacozzo e nel Luco. I contatti con Moraro sono però rimasti nel tempo attraverso lettere e telefonate con vecchi dirigenti e con l’allenatore Roberto Cabas.
Per il centenario della sua ex squadra Eliano ha voluto tornare nella “sua” Moraro, dove ha ricevuto un’accoglienza calorosa e festosa. «Moraro non è cambiata – sottolinea Scatena – è sempre rimasto il paese bello e tranquillo che ho conosciuto tanti anni fa. Sono stato felicissimo di rivedere i miei compagni di allora. Un gruppo di amici fantastico che quando giocavo è stato come una seconda famiglia perché mi trovavo a tanti chilometri di distanza da casa. Ricordo sempre come fosse oggi quel periodo e le partite giocate. Io mi sento un morarese».
Il tecnico Roberto Cabas è stato l’allenatore di Eliano qui in Friuli. «Calcisticamente – dice ridendo l’allenatore – non avevo da insegnargli nulla, perché sapeva fare tutto, ma ho dovuto invece insegnargli come si beveva il brulè».
Nelle iniziative della festa per il centenario c’è stata la presentazione del libro dei 100 anni, assieme a Bruno Pizzul e Roberto Collini, e della mostra con le immagini storiche del club. C’è anche Eliano immortalato in una fotografia di tanti anni fa, quando giocava nell’Angizia Luco: la barba incolta, lo sguardo perso chissà dove e la rassomiglianza con Gigi Meroni, lo sfortunato giocatore del Torino, è impressionante.
A Moraro è stato accompagnato dalla moglie Fabiola ed è tornato anche a Cormons in quello che è rimasto della “Amadio”, la sua vecchia caserma. «Non c’è più nulla – dice con nostalgia – tutto scomparso. Mi sarebbe piaciuto rivederla. Di quell’esperienza mi restano bellissimi ricordi».
Eliano è stato premiato dalla società nel corso della cerimonia dei cento anni che ha accomunato giocatori e dirigenti del passato e del presente. Alla cerimonia erano presenti il presidente Claudio Soglia, i consiglieri regionali Diego Bernardis e Diego Moretti, il sindaco Lorenzo Donda, i dirigenti della Figc Fvg Fabrizio Chiarvesio, Gastone Giacuzzo e Claudio Canzian. Tra i presenti anche Federico Vecchiet, il figlio del morarese Leonardo Vecchiet, indimenticabile medico della nazionale campione del mondo 1982.
Il presidente Soglia ha illustrato la storia di una società che sin dalla fondazione, avvenuta nel 1923, si è adoperata per il bene dello sport e per la crescita sociale della comunità. Sono stati ricordati i soci fondatori, i presidenti e i giocatori più longevi. È stata celebrata la messa da don Ugo Bastianie si sono disputate partite di calcio con in campo le vecchie glorie, il Moraro 2006 e quello di quest’anno. «È stata una bellissima festa – hanno sottolineato i dirigenti bianconeri – siamo riusciti ad arrivare ai cento anni, onorando nel migliore dei modi la nostra lunga storia».