Sapete di quanto è aumentata la spesa media di un pensionato bellunese? Di 71,60 euro al mese tra il 2022 e il 2023; di ben 107,50 euro tra il 2021 e il 2022. Quest’anno l’over 65 spenderà ogni mese 1.503 euro. E una coppia di pensionati? Almeno 2.265 euro al mese, con una differenza di 107,85 rispetto all’anno scorso. E sapete, invece, di quanto sono aumentate le pensioni? 81,52 euro tra i 65 e i 79 anni, di 51,54 euro oltre gli 80. Una variazione del 7%, poco più. Insomma, non ci siamo, a sentire Maria Rita Gentilin, segretaria generale dello Spi Cgil di Belluno.
Tutto è rincarato negli ultimi due anni: carrello della spesa e bollette, il dentista, le visite mediche, i farmaci. E poi: carburanti, trasporti, servizi alle persone (come il parrucchiere). «A partire dal 2022 tutto è rincarato con percentuali anche a doppia cifra e ora i pensionati bellunesi, i più poveri del Veneto dopo i rodigini, sono in grandissima difficoltà e per loro arrivare a fine mese è un’impresa», afferma Gentilin.
Secondo un’indagine realizzata dallo Spi Cgil del Veneto in tutte le province della regione, la rivalutazione degli assegni previdenziali risulta allo stato attuale del tutto insufficiente per recuperare il potere d’acquisto degli anziani bellunesi che sono dunque costretti a rinunce e sacrifici che riducono la loro qualità della vita. La ricerca evidenzia come nel 2022 la spesa di un under 65 che vive solo sia aumentata di 107,50 euro al mese (1.290 euro nell’arco dell’anno), trascinata soprattutto dalle bollette di luce e gas.
Ma i rincari mordono anche nel 2023, con una inflazione che, secondo le previsioni, viaggerà al 5%, incrementando ulteriormente il costo della spesa di altri 71,60 euro mensili. Insomma, fra rincari del 2022 (107,50 euro, come detto) e quelli del 2023, la spesa quest’anno ai pensionati bellunesi costa mediamente 179,10 euro in più rispetto al 2021. Ma la rivalutazione delle pensioni ha portato in dote, sempre in media, 63 euro in più al mese. All’appello mancano dunque 116,10 euro mensili. Non proprio briciole.
«L’inflazione continua a mordere soprattutto sul carrello della spesa», commenta la segretaria Spi. «E purtroppo, constatiamo che molti nostri pensionati hanno dovuto ridurre molte spese, soprattutto quelle dedicate ai prodotti alimentari. Per questo», prosegue Gentilin-, «chiediamo di rivedere il sistema della rivalutazione e auspichiamo che il conguaglio previsto a partire da gennaio 2024 venga erogato in anticipo, come aveva fatto il governo Draghi nel 2022 assecondando le richieste dei sindacati. Torniamo a ribadire la necessità di allargare la platea dei beneficiari della 14esima mensilità e aumentare gli importi».
I pensionati bellunesi sono 69.023, nemmeno 30 mila sono gli uomini, le donne invece sono più di 39 mila. Le pensioni sotto i mille euro sono più di 40 mila, di cui 10.717 maschi e 29.759 donne. Analizzando i dati Inps emerge che il valore medio delle pensioni private in provincia (esclusi i centesimi) è passato dai 982 euro lordi mensili del 2022 ai 1.045 euro attuali. Ovviamente fra uomini e donne le differenze di reddito sono evidenti. Ai maschi arrivano assegni previdenziali medi di circa 1.410 euro lordi (più 73 euro rispetto al 2022), mentre le donne si debbono “accontentare” della metà, 765 euro lordi mensili (più 53 euro in confronto all’anno passato).
In provincia di Belluno, tre assegni previdenziali su cinque sono inferiori a quella cifra “simbolo”, sotto la quale arrivare a fine mese è una lotta. Unica consolazione, il confronto con il 2022, quando la quota di pensioni under 1.000 euro era del 61,8%. Un decremento strettamente legato alla rivalutazione. «Preoccupante, da questo punto di vista, il divario fra i pensionati di età compresa fra i 65 e i 79 anni, che possono contare su pensioni lorde medie mensili di 1.237 euro (più 81 euro rispetto al 2022), e gli over 80 che hanno assegni previdenziali di 764 euro (più 51 euro in confronto all’anno passato)», conclude Gentilin.