Fa discutere lo stallo del rinnovo del contratto fra Asst Mantova e Kos per la gestione dell'ospedale di Suzzara. La Cgil di Mantova è preoccupata per i servizi sanitari e i livelli occupazionali. «Prima di entrare nel merito della questione ospedale - spiega il segretario generale, Daniele Soffiati - premettiamo che per la Cgil, oggi più che mai, la sanità deve essere pubblica e l'intervento privato dovrebbe solo sostenere le prestazioni pubbliche. La scelta di Regione Lombardia, invece, è quella di perpetuare un modello sbilanciato verso il privato, nonostante la drammatica esperienza del Covid abbia consigliato di tornare a investire fortemente sul pubblico».
Entrando nel merito, l'ospedale di Suzzara è una struttura di primo livello che «negli anni - afferma Elena Giusti, segretaria con delega alla Sanità - ha perso funzionalità importanti e proprie del primo livello come i reparti di ginecologia e cardiologia. Riteniamo che questo momento di contrattazione fra Asst e Kos vada utilizzato per ripensare a queste funzionalità reintroducendole nell'ottica di un necessario rilancio dell'ospedale suzzarese che deve essere sempre più vicino alle esigenze del proprio bacino di utenza». Oltre a consolidare e integrare i servizi per l'utenza è altrettanto necessario che «vengano mantenuti - specifica Giusti - livelli occupazionali adeguati a garantire prestazioni e servizi all'altezza, quindi non si vada a tagliare sul personale dell’ospedale». La Cgil auspica e ritiene necessari «un confronto e una discussione - concludono Soffiati e Giusti - che coinvolgano il territorio e tutti i soggetti interessati a questi aspetti di estrema importanza per la cittadinanza».
Marco Carra, consigliere regionale del Pd e componente della Commissione Sanità, chiede alle istituzioni territoriali una forte mobilitazione: «Il quadro che emerge dalla “trattativa” per l’ospedale di Suzzara è preoccupante. È inquietante il tentativo di tenere tutto secretato. I cittadini devono essere messi a conoscenza di ogni passaggio che porterà alla gestione futura del Montecchi. Le trattative devono avvenire alla luce del sole e la Regione deve far conoscere i passaggi fondamentali che determinano la sopravvivenza della struttura in un'area importante della provincia di Mantova. La sensazione è che sia stata avviata una trattativa per non chiuderla positivamente, poiché non si comprende la cifra passata da 150 mila euro a 1,5 milioni annui chiesta da Asst alla società di gestione».
«Le rassicurazioni delle scorse settimane dell'assessore Bertolaso non convincono. Occorre una grande mobilitazione del territorio, con maggior forza di quanto si sia fatto fino ad ora, a partire dalle istituzioni. Io sostengo questa battaglia - ribadisce Carra - a fianco dei cittadini per garantire il mantenimento della struttura al livello attuale e sul territorio. Comprendo anche la giusta preoccupazione dei sanitari tanto che se non si avranno risposte in tempi certi si corre il rischio di perdere anche quelle professionalità mediche e infermieristiche di cui invece c'è molto bisogno per mantenere alti gli standard della struttura. Rinnovo l'invito alla Regione ad agire in trasparenza, in tempi rapidi, poiché la scadenza della proroga è imminente, nel rispetto di una Comunità che crede nel valore del proprio ospedale la cui sperimentazione di gestione pubblico privato si era rivelata positiva».
