Cinquemila euro di risarcimento al Comune di Campagnano, il borgo sul Lago di Bracciano dove ha comprato casa nel 2004, e l’obbligo di sanare gli abusi edilizi. Max Gazzè ha perso il ricorso presentato al Tar del Lazio e ora dovrà pagare quanto stabilito dai giudici della seconda sezione per gli abusi edilizi presenti nel casale del cantautore, mai sanati dal comune di Campagnano, che nel 2010 aveva respinto la richiesta di condono edilizio. Tutto è cominciato nel luglio 2004, quando il cantante acquistò la piccola tenuta, pochi mesi dopo che il precedente proprietario aveva presentato la richiesta di condono edilizio, poi respinto nel 2010. “Tanti sono gli abusi: dalla realizzazione di una piscina, alla chiusura di un portico, con la contestuale realizzazione di un portico su un altro lato della strada. Poi c’è un soppalco, che avrebbe determinato l’ampliamento dell’abitazione, la diversa esecuzione della sagoma del fabbricato e il cambio della destinazione d’uso del magazzino da uso agricolo a residenziale”, rivela Repubblica.
Gli abusi, stando a quanto si legge nella domanda di condono, ammontano ad un totale di 271 metri cubi, ed “erano stati denunciati come opere di ristrutturazione edilizia e di manutenzione straordinaria, realizzate in assenza o in difformità del titolo edilizio”. Secondo il Comune di Campagnano, però, quegli abusi “rientravano nella categoria 1, che comprende tutte le opere realizzate in assenza o in difformità dal titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici”. Andava dunque presentata anche una perizia giurata, cosa che non è stata fatta, ed è emerso che la differenza tra gli abusi denunciati e quelli realizzati sarebbe stata quasi il doppio. “La sola cubatura del piano soppalcato avrebbe determinato un incremento di volumetria pari a 256,56 mc., per un totale dello spazio occupato dall’ampliamento abusivamente realizzato pari a 431,56 mc”, aggiunge Repubblica. I legali di Gazzè hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio “con sei differenti motivi, sollevando anche una questione di legittimità costituzionale in merito alla legge regionale”. Ma i giudici hanno rigettato il ricorso e ora Gazzè dovrà risarcire il Comune e sanare gli abusi.
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